ECONOMIA SOCIALE, MILZA “PIANO NAZIONALE ERA UN PASSO ATTESO"

ECONOMIA SOCIALE, MILZA “PIANO NAZIONALE ERA UN PASSO ATTESO"

 

Il commento del presidente di Confcooperative Emilia Romagna alla pubblicazione del Piano Nazionale per l’Economia Sociale da parte del MEF. Consultazione pubblica aperta fino al 12 novembre.

giovedì 23 ottobre 2025

È stato pubblicato nei giorni scorsi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) il Piano Nazionale per l’Economia Sociale, documento in consultazione pubblica che delinea le linee strategiche e gli interventi con cui l’Italia intende promuovere la crescita e la competitività del settore, in coerenza con la Raccomandazione del Consiglio europeo del 27 novembre 2023, che invitava gli Stati membri a dotarsi di strumenti coordinati per sostenere l’economia sociale.

 

Un’iniziativa accolta con favore da Confcooperative Emilia Romagna, che da tempo sottolinea l’importanza di riconoscere il ruolo dell’economia sociale come leva strutturale di sviluppo sostenibile, inclusione e coesione territoriale.

“Il Piano nazionale rappresenta un passo atteso e importante – dichiara Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna –. L’Italia è un Paese in cui l’economia sociale è già una realtà viva e diffusa, radicata nei territori e nelle comunità. Serve ora che le politiche pubbliche le riconoscano pienamente una funzione strategica, perché si tratta di un’infrastruttura sociale che tiene insieme crescita economica, equità e capitale umano. Occorre quindi mettere in campo strumenti fiscali, finanziari e normativi adeguati per un pieno riconoscimento di questo ruolo, individuando nel MEF l’interlocutore privilegiato che dovrà dotarsi di una struttura dedicata per coordinare funzioni e competenze presenti in altri Ministeri”.

 

Milza evidenzia come la cooperazione costituisca l’asse portante di questo modello, soprattutto nella nostra regione. “In Emilia-Romagna l’economia sociale rappresenta l’8,5% delle imprese, il 15% degli addetti e il 7% del valore aggiunto regionale. Dentro questi numeri, la cooperazione da sola genera circa il 70% del valore aggiunto del comparto. È una forza che produce sviluppo e redistribuisce benessere, che costruisce fiducia e contrasta la frammentazione sociale. Per questo, riconoscerne il valore significa rafforzare la tenuta del Paese”.

 

Secondo Confcooperative Emilia Romagna, il Piano del MEF offre un’occasione concreta per consolidare il partenariato tra istituzioni, enti locali e imprese sociali, valorizzando il contributo di tutti gli attori dell’economia sociale riconosciuti dall’UE nei percorsi di transizione ecologica, welfare territoriale, innovazione sociale e rigenerazione delle aree interne. “L’economia sociale – prosegue Milza – è una parte viva dell’economia reale: genera lavoro stabile, investe nelle persone, innova i servizi di comunità. È il luogo dove solidarietà e impresa si incontrano. Per questo auspichiamo che il Piano diventi presto operativo, con strumenti legislativi di sostegno, incentivi mirati e un quadro normativo stabile capace di liberare tutto il potenziale del settore. Siamo attivamente impegnati nell’interlocuzione con la Regione affinché l’economia sociale diventi elemento fondante del nuovo Patto per l’Emilia-Romagna, a partire dalla delega affidata al vicepresidente Vincenzo Colla”.