Progetti

Confcooperative Emilia Romagna promuove la conoscenza e la diffusione dei principi cooperativi e del modello cooperativo attraverso numerosi progetti che trovano poi concretizzazione attraverso iniziative che si tengono nei singoli territori. Scopo dei progetti promossi dall’Organizzazione è quello di innovare il sistema cooperativo, l’organizzazione e il funzionamento delle imprese e delle strutture associative, rendendole sempre più capaci di rispondere ai nuovi bisogni che emergono dalle comunità.

La storia mondiale del movimento cooperativo ci insegna che molto spesso il perseguimento del bene comune da parte delle società umana ha portato alla creazione di istituzioni - e poi aziende - che solo in un secondo momento sono state definite da un punto di vista giuridico.

Oggi in Italia il fenomeno si ripete con lo sviluppo di un nuovo modello cooperativo che trova nel passaggio dalla solidarietà sociale alla sostenibilità sociale ed ambientale il suo principio ispiratore: la cooperazione di comunità.

La rivitalizzazione e la valorizzazione delle aree interne e delle comunità locali, soprattutto in zone a scarsa densità antropica, pertanto povere di servizi e attività sociali ed economiche, è un problema che sta interessando sempre più alcune aree della nostra regione. A questa nuova esigenza ed ai bisogni delle persone che insistono e resistono in queste zone più disagiate degli appennini e della montagna, così come le periferie delle città, cercano di dare una risposta le concrete esperienze delle cooperative di comunità che rappresentano realtà capaci di sostenere veri e propri progetti che riescono a coniugare esigenze locali con sviluppo e occupazione.

In Italia le imprese di comunità assumono la forma cooperativa e sono ancora degli “ibridi” dove la mission è estremamente allargata, includendo al suo interno obiettivi diversi (rigenerare il tessuto socio-economico, fornire lavoro a cittadini disoccupati, creare valore economico e sociale etc.), le attività sono multisettoriali (agricoltura, turismo, gestione ambientale dei parchi naturalistici, commercio al dettaglio etc.), la società è partecipata da soggetti diversi (pubblico, privato, profit e nonprofit) e dove si possono rintracciare fenomeni di co-produzione (il processo di produzione vede i membri della comunità locale attivi sia come produttori che come acquirenti) che, al limite, li avvicinano alle realtà del welfare generativo, pur non limitandosi al solo ambito dei servizi alla persona.

L'Italia è piena di centri di piccole dimensioni. Nel Belpaese si contano 5.683 comuni con meno di 5.000 abitanti (il 70,2% del totale), nei quali vivono oltre 10 milioni di persone, il 17% della popolazione complessiva.

L'habitat naturale per veder sorgere queste imprese sociali 2.0 è rappresentato proprio dalle zone dello Stivale ad alto rischio spopolamento, dove i ragazzi fuggono per l'assoluta mancanza di opportunità occupazionali e i pochi anziani rimasti fanno sempre più fatica a sopravvivere a causa della penuria dei servizi presenti.

CONFCOOPERATIVE A SOSTEGNO DELLE COOPERATIVE DI COMUNITÀ

Per sostenere lo sviluppo dell'imprenditoria comunitaria, nel corso del 2018 Fondosviluppo/Confcooperative ha stanziato 500.000 euro per la promozione, animazione e sensibilizzazione della cooperazione di comunità quale strumento di coesione sociale e sviluppo sostenibile nei territori. Sono state così finanziate, tra le altre, anche 7 cooperative di comunità dell'Emilia-Romagna per un totale di 76.000 euro, ai quali vanno aggiunti finanziamenti bancari per 90.000 euro sbloccati dalle erogazioni di Fondosviluppo grazie all'alleanza strategica con il credito cooperativo della regione.

IL PROGETTO

Innovare oggi è un imperativo condiviso ma di non sempre facile applicazione.

Nel 2003 in America Henry Chesbrough coniava il termine “open innovation”, per evidenziare come le imprese, per creare valore e competere meglio sul mercato, non possano affidarsi solo a idee e risorse interne ma abbiano la necessità di ricorrere anche a strumenti e competenze che arrivano dall'esterno.

Le cooperative non sono diverse dalle altre imprese nel bisogno di innovazione, lo possono essere però nel perché e nel come innovare. Se cooperare è un metodo distintivo della cooperazione, esiste un potenziale di “originalità cooperativa” nel portare avanti processi di open innovation? Che impatto può avere questo nelle strutture organizzative e nel disegno dei confini aziendali? La tecnologia è di per sé un fattore sufficiente ad abilitare processi di innovazione aperta nelle cooperative? Come valorizzare la relazione con i soci, gli utenti e le comunità di riferimento, già solida per statuto e valori, per trasformarla in potenziale di innovazione?

Da questi interrogativi nel 2016 è nato “CoopUP IN – cooperation as open innovation”, un progetto promosso da Confcooperative Emilia-Romagna con Irecoop, Aiccon e Social Seed con l'intento di costruire strumenti per attivare processi di open innovation, a partire dall'incontro organizzato tra cooperative affermate e attori innovativi del territorio, col fine ultimo di diffondere una cultura permanente dell'innovazione nella cooperazione.

LE AZIONI

  • Indagine online volta a mappare le strategie, il potenziale e il fabbisogno di innovazione ancora disatteso delle cooperative dell'Emilia-Romagna.
  • Azione di formazione e capacity building: laboratori che attraverso metodologie di design dei servizi e co-progettazione hanno permesso di simulare alcune sfide delle cooperative attraverso strumenti di open innovation.
  • La sperimentazione concreta di alcune azioni di open innovation sulla base delle sfide delle cooperative selezionate dall'indagine.

LA GUIDA

Nell’ambito di questo progetto è stata realizzata la guida “CoopUP IN – cooperation as Open Innovation”.

Per maggiori informazioni è possibile iscriversi al gruppo facebook dedicato o scrivere a mingozzi.g@confcooperative.it .

COOP UP

Il progetto CoopUP IN di Confcooperative Emilia Romagna è stata anche l’occasione per estendere in tutto il territoriale regionale il progetto nazionale CoopUP luoghi di incubazione di impresa e open innovation nei vari territori.

Documenti da scaricare

Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna (la federazione regionale delle cooperative agricole, agroalimentari e della pesca) svolge ogni anno attività formative negli Istituti Agrari e negli Istituti Turistico-Alberghieri della regione per promuovere le eccellenze enogastronomiche e le produzioni DOP e IGP che contraddistinguono i territori.

Questa attività, avviata sin dal 2009, si declina in un format di lezioni dedicate agli studenti dal carattere fortemente interattivo, dove insieme allo staff di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna, sono le singole cooperative agroalimentari dei territori coinvolti ad essere protagoniste per raccontare ai giovani le loro produzioni. Si spazia per altre due ore sulle particolarità produttive dell'Emilia-Romagna, facendo particolare attenzione anche agli aspetti salutistici che sono naturalmente presenti nelle produzioni cooperative.

L'iniziativa prevede anche la divulgazione della guida di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna dal titolo “Il Gusto della Cooperazione” che è il filo conduttore degli interventi in aula, di un depliant illustrante le filiere cooperative e della mappa dei prodotti DOP ed IGP della nostra Regione.

Da oltre 10 anni Confcooperative Emilia Romagna offre a studenti tra i 16 e i 19 anni l'opportunità di prendere parte ad una stimolante esperienza di formazione imprenditoriale a fini mutualistici.

La valenza didattica e formativa dell'educazione cooperativa è stata riconosciuta a livello nazionale anche dalla firma di un Protocollo d'Intesa tra il MIUR e Confcooperative. Queste iniziative avvicinano gradualmente i ragazzi ai meccanismi che permettono la nascita, lo sviluppo e la gestione di una realtà cooperativa, attraverso esperienze concrete di imprenditorialità.

Un tipo di formazione ritenuta dalla Commissione Europea la più efficace strategia educativa di lungo periodo per la crescita e l'occupabilità dei giovani. Attraverso il piano d'azione Imprenditorialità 2020 e la comunicazione «Ripensare l'istruzione», la Commissione Europea ha infatti sottolineato l'esigenza di inserire l'apprendimento dell'imprenditorialità in tutti i settori dell'istruzione, compreso l'apprendimento non formale. Secondo la Commissione, infatti, il potenziamento dell'educazione all'imprenditorialità nelle scuole, negli istituti di formazione professionale e nelle università avrà un impatto positivo sul dinamismo imprenditoriale delle nostre economie.

La promozione del modello cooperativo all’interno delle scuole secondarie di secondo grado della regione è svolta da Confcooperative Emilia Romagna in collaborazione con Irecoop, l’ente di formazione.

Ecco l’elenco delle attività che vengono svolte.

  • Attività di sensibilizzazione, orientamento e simulazione del modello cooperativo come strumento di autoimprenditorialità centrato su valori e competenze;
  • Realizzazione di associazioni cooperative scolastiche (ACS, perviste dal Protocollo d'Intesa tra il MIUR e Confcooperative);
  • Laboratori di sperimentazione con le Università;
  • Workshop-formatori di approfondimento e co-progettazione tra insegnanti, imprese e spazi di incubazione cooperativa su possibili sperimentazioni di alternanza scuola-lavoro;
  • Scambio di materiali e buone prassi sulle pratiche dell'educazione cooperativa in sinergia con il progetto UE Learn More About Coop e altri progetti nazionali ed europei realizzati.

- La cooperazione sociale in Emilia-Romagna (2018)

Il Rapporto regionale sulla Cooperazione Sociale in Emilia-Romagna è frutto della raccolta di dati avvenuta nel 2018 con l’aggiornamento delle iscrizioni all’Albo della cooperazione sociale. Queste attività sono state al centro delle iniziative della Regione Emilia-Romagna, in accordo con la Commissione regionale sulla cooperazione sociale. L’obbligo di presentare sia il rendiconto economico che il bilancio sociale ha permesso di svolgere lo studio realizzato con la collaborazione di Unioncamere ER. Include dati e informazioni sulle caratteristiche strutturali e organizzative delle cooperative sociali.

- L'impatto della cooperazione sociale di inserimento lavorativo in Emilia-Romagna (2017)

I risultati della ricerca svolta da Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna con la consulenza di AICCON e del Centro Studi SOCIALIS. La ricerca evidenzia il peso della cooperazione sociale di inserimento lavorativo (tipo B) aderente a Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna, mettendo in luce, la componente economica del valore aggiunto delle cooperative sociali di inserimento lavorativo ed elementi di tipo qualitativo-descrittivo sul valore sociale delle attività svolte. È stato inoltre condotto un approfondimento sul valore generato dalla cooperazione sociale di inserimento lavorativo applicando il metodo di valutazione Valoris, basato sull’analisi costi-benefici che ha permesso di analizzare gli effetti positivi sui bilanci pubblici.

Linee guida regionali sull’affidamento dei servizi alle cooperative sociali

Il 17 luglio 2014 è stata approvata la legge regionale n. 12 «Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale. Abrogazione della legge regionale 4 febbraio 1994 n. 7 “Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale. Attuazione della legge 8 novembre 1991, n.381”». Questa recepisce i cambiamenti avvenuti negli ultimi vent’anni, che hanno visto aumentare il protagonismo e il ruolo della cooperazione sociale in regione. Il primo atto di attuazione è stata la costituzione della Commissione Consultiva sulla Cooperazione Sociale che ha elaborato queste Linee Guida, il cui scopo è fornire agli enti territoriali, ai relativi enti ed aziende strumentali, nonché agli stessi operatori economici, indicazioni operative sulle procedure di affidamento ed erogazione dei servizi nel rapporto fra P.A. e cooperative sociali e loro consorzi. Nella redazione di queste Linee Guida, la Commissione si è avvalsa anche dei contributi dei prof. Sofia Bandini e Alceste Santuari dell’Università di Bologna e dall’avvocato Luciano Gallo.

Quidanoi è un network di punti vendita cooperativi che praticano la vendita diretta di prodotti conferiti dai soci e trasformati per il consumo: le aziende aderenti alla rete, presenti su tutto il territorio nazionale, sono accomunate dall'essere tutte cooperative aderenti a Confcooperative FedAgriPesca.

"Qui Da Noi - Cooperative Agricole" è quindi un marchio distintivo che identifica i punti vendita e gli spacci aziendali delle oltre 90 cooperative finora associate al network che vuole assicurare a chi entra che “qui da noi trovate tutto il meglio per voi”.

Nei negozi i consumatori possono scegliere tra una vasta gamma di prodotti cooperativi tipici e genuini, rigorosamente Made in Italy, tracciabili e di qualità, offerti dal produttore al consumatore, cercando di massimizzare quel rapporto qualità prezzo che assicuri una corretta remunerazione dei soci ed un vantaggio per il consumatore,

"Qui da Noi" si percepisce lo spirito dei produttori agricoli, fatto di solidarietà e di ideali, produttori che, in un patto intergenerazionale, hanno unito le forze per valorizzare il frutto del proprio lavoro, preservando e tutelando il paesaggio rurale ed il rispetto dell'ambiente in un viaggio fra saperi e sapori.

È stato predisposto un blog ed è stata aperta una pagina Facebook.