È stato pubblicato venerdì 17 ottobre 2025 dal Ministero dell’Economia e delle Finanze il Piano nazionale per l’Economia Sociale, un documento strategico che per la prima volta delinea un quadro organico per un comparto che vale oltre il 10% del PIL e rappresenta una componente fondamentale del modello economico italiano. La bozza, disponibile in consultazione pubblica sul sito del Ministero, definisce principi, strumenti e obiettivi per rafforzare l’identità dell’economia sociale, valorizzando la funzione degli enti del terzo settore, cooperative, imprese sociali, BCC e di tutte le realtà che operano secondo criteri di mutualità e solidarietà. Il Piano, elaborato dal MEF in collaborazione con gli altri ministeri competenti in materia di lavoro e impresa, rappresenta la risposta italiana alla Raccomandazione del Consiglio europeo del 27 novembre 2023, che invitava gli Stati membri a dotarsi di strumenti coordinati per sostenere l’economia sociale.
L’obiettivo è duplice: da un lato, perimetrare e riconoscere ufficialmente i soggetti che operano secondo principi di mutualità e interesse generale; dall’altro, promuovere azioni concrete per farli crescere in modo stabile e sostenibile. Il documento individua un insieme di impegni comuni tra istituzioni pubbliche e attori privati, costruendo un sistema di governance collaborativa che coinvolge amministrazioni centrali, enti territoriali e rappresentanze del settore.
Secondo il sottosegretario Lucia Albano, con delega all’economia sociale, “finalmente il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha un’identità anche in questo ambito”. Albano, intervenendo al convegno della Federazione BCC dell’Emilia-Romagna tenutosi sabato 18 ottobre 2025 a Bologna, ha sottolineato che il Piano “ha come priorità la persona, rispondendo ai bisogni dei territori e ponendo le basi per una nuova stagione di sviluppo partecipato”.
Il documento, che resterà in consultazione aperta fino al 12 novembre, punta a costruire un quadro di riferimento stabile per le politiche pubbliche in materia di impresa sociale e cooperazione. Si tratta di un passaggio cruciale per consolidare la presenza e il ruolo delle organizzazioni dell’economia sociale, oggi chiamate a rispondere alle sfide della transizione digitale, dell’inclusione, della coesione territoriale e della sostenibilità ambientale. La partecipazione attiva del mondo cooperativo e del credito locale sarà determinante per definire misure realmente efficaci e orientate al bene comune.
“Le cooperative sono l’Italia che funziona e riduce le diseguaglianze”, ha dichiarato Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative. “Fin dalla Costituzione, l’articolo 45 riconosce la funzione sociale della cooperazione. Noi siamo radicati nei territori, incapaci di delocalizzare o fuggire dalle responsabilità: questa è la nostra forza. Con questo Piano l’Italia riconosce il valore di chi mette al centro la persona e non il profitto”.
Per il sistema cooperativo dell’Emilia-Romagna, storicamente protagonista dell’economia sociale nazionale, la pubblicazione del Piano rappresenta un’occasione importante per rafforzare il dialogo tra istituzioni, imprese e comunità locali. Il riconoscimento istituzionale del ruolo delle cooperative e delle BCC non è solo un fatto simbolico, ma un segnale concreto di attenzione verso un modello che, in questa regione, ha contribuito in modo determinante alla coesione economica e sociale.
In allegato un contributo dell’avv. Gabriele Sepio, coordinatore dei gruppi di lavoro ministeriali sul piano di azione del Governo italiano per l’Economia sociale
Leggi QUI l’intervento di Paolo Venturi (direttore AICCON) a Vita sul tema