Dal “Patto per il lavoro e per il clima” al “Patto per l’Emilia-Romagna. Insieme, con cura”. Cambia nella denominazione ma – lo sperano in molti – cambia anche nella sostanza lo strumento di dialogo e condivisione della Giunta regionale lanciato dieci anni fa dall’allora presidente Stefano Bonaccini e ora fatto proprio dal successore Michele de Pascale.
Struttura e indice del nuovo documento sono stati presentati nel corso dell’incontro di mercoledì 8 ottobre, che ha visto anche la partecipazione di Confcooperative Emilia Romagna con una delegazione guidata dal direttore Pierlorenzo Rossi. Il documento, ancora in progress, sarà sottoposto alla valutazione e alle integrazioni degli oltre 60 firmatari con l’obiettivo di sottoscriverlo entro la fine del 2025.
Il nuovo Patto – spiega la Regione in una nota - identifica le principali sfide che anche l’Emilia-Romagna, al pari e in alcuni casi più di altri sistemi territoriali, è chiamata ad affrontare. Sfide che riguardano: il declino demografico, la crescita e la coesione, la nuova globalizzazione, le diseguaglianze, l’economia e l’innovazione sociale, i cambiamenti climatici, la transizione ecologica ed energetica nonché la transizione digitale, la sovranità tecnologica e la data valley.
Tra le novità quella di coinvolgere tutti i sottoscrittori sulle principali scelte da assumere con riferimento a tutte le politiche regionali, allargando però il terreno del confronto anche a nuove materie: dalla salute alla casa, dalla sicurezza del territorio fino all’integrazione dei migranti.
Superata l’esperienza del Pnrr, acquista una maggiore centralità la collocazione europea del sistema Emilia-Romagna: il nuovo documento si colloca nel dibattito sul futuro della Politica di coesione e della Politica agricola comune.
“Auspichiamo che con la sottoscrizione del nuovo Patto – che anche dal titolo dovrebbe segnare l’apertura di una nuova fase ed un cambio di passo rispetto a quella precedente – i principi dell’Economia sociale (già citata tra i focus indicati dalla Giunta nella struttura del documento) siano assunti alla base di tutte le politiche regionali” è il commento di Confcooperative Emilia Romagna. “L’Economia sociale che promuove la democrazia economica, dà priorità alla persona rispetto al capitale e genera valore per i territori, può diventare la ‘postura’ da assumere nei confronti del sistema socioeconomico e territoriale dell’Emilia-Romagna, un nuovo approccio allo sviluppo da adottare in ogni ambito”.