Si celebra oggi, sabato 5 luglio, la Giornata Internazionale delle Cooperative, quest’anno inserita nell’ambito dell’Anno Internazionale delle Cooperative proclamato dalle Nazioni Unite. Il titolo scelto dall’ICA (International Cooperative Alliance) per questa ricorrenza, “Le cooperative costruiscono un mondo migliore”, sottolinea la mission di un modello di impresa capace di coniugare crescita e inclusione, sviluppo e coesione sociale, e che proprio in Emilia-Romagna rappresenta un pilastro del sistema economico e sociale. Nella nostra regione infatti le imprese cooperative sono 4.281, con oltre 233.000 addetti – il 12,8% di tutti gli occupati regionali – e un fatturato che sfiora i 45 miliardi di euro (fonte: Rapporto Biennale Cooperazione – Unioncamere Emilia-Romagna). Numeri che fanno dell’Emilia-Romagna la prima regione italiana per incidenza della cooperazione sul totale dell’economia e per valore prodotto.
“Le cooperative contribuiscono a costruire un mondo migliore perché partendo da valori quali mutualità, democrazia economica e solidarietà, creano occupazione stabile e di qualità, sostengono i territori e le comunità locali senza delocalizzare, promuovono la sostenibilità e contrastano le disuguaglianze – dichiarano i co-presidenti dell’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna Daniele Montroni (Legacoop), Francesco Milza (Confcooperative) ed Emanuele Monaci (Agci), -. Oggi che anche l’Unione Europea nelle sue raccomandazioni agli Stati membri promuove la cooperazione come protagonista dell’Economia Sociale, è arrivato il momento di riconoscere pienamente questo ruolo attuando l’art. 45 della Costituzione anche con una legislazione aggiornata sulle imprese cooperative, così da rispondere alle sfide economiche e sociali che ci attendono.”
La celebrazione della Giornata Internazionale è anche l’occasione per sottolineare come le cooperative si siano evolute nel corso dei decenni seguendo i bisogni delle comunità: dalle prime esperienze di consumo e dalle prime casse rurali, alle cooperative di lavoro e agricole, fino alle nuove frontiere degli ultimi anni come le cooperative di comunità che contrastano lo spopolamento delle aree interne, i workers buyout che danno nuova prospettiva alle aziende senza futuro mettendo al centro i lavoratori, le comunità energetiche che intervengono sulla povertà energetica.
“L’Emilia-Romagna è la dimostrazione concreta di come il modello cooperativo possa diventare motore di sviluppo e coesione; qui la cooperazione non è solo un pezzo di economia, ma un patrimonio collettivo da tutelare e valorizzare sempre di più, anche attraverso nuovi strumenti” concludono i co-presidenti dell’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna Montroni, Milza e Monaci.