A RIMINI C’È MENO LAVORO PER LE COOPERATIVE SOCIALI

A RIMINI C’È MENO LAVORO PER LE COOPERATIVE SOCIALI

Hera scorpora i bandi per i servizi di igiene ambientale, così calano i servizi richiesti alle imprese che includono persone svantaggiate.

giovedì 5 novembre 2020

In provincia di Rimini, negli ultimi mesi, si è creata una situazione molto particolare nel campo della raccolta rifiuti e pulizie strade e spiagge. Hera spa ha emanato due bandi separati per l’affidamento dei servizi di igiene ambientale, uno riservato alle cooperative sociali di inserimento lavorativo (tipo B) e uno per tutte le altre forme di impresa. Fino a ieri, invece, il bando era unico  per tutti.

Questa “divisione”, operativa dal primo novembre 2020, ha ridotto i volumi di lavoro per le cooperative sociali che sono così passate dalla gestione di circa il 70% dei servizi di igiene al 50/55%. Un duro colpo per queste realtà che hanno visto diminuita la possibilità di perseguire la propria mission sociale, ossia fornire occasioni di lavoro a persone con disabilità o in situazione di svantaggio.

Gli attuali bandi sono stati vinti da Ciclat Trasporti Ambiente in Rti con Formula Ambiente e, per quanto riguarda la cooperazione sociale, da Il Solco, La Formica, Ccils e Coop 134: “Fino ad oggi questi soggetti avevano lavorato insieme, nell’ambito degli stessi appalti, costruendo sinergie solide che hanno fatto crescere e sviluppare la cooperazione sociale di inserimento lavorativo - spiega Doriana Togni, coordinatrice di Confcooperative Federsolidarietà Ravenna-Rimini -. Da oggi invece, nonostante la disponibilità dell’intero sistema cooperativo a trovare soluzioni di lavoro condivise, la separazione voluta da Hera rende di fatto molto complesso portare avanti questa collaborazione”.

Fra 2-3 anni scadranno gli attuali bandi e ne sarà emanato uno nuovo da parte di Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti) che, se utilizzasse lo schema di bando già attuato in altre province emiliano-romagnole, toglierà altro spazio alle cooperative sociali chiedendo l’applicazione su larga scala del Ccnl Utilitalia (contratto di settore dell’igiene ambientale). “La preoccupazione è che i soggetti appaltanti pubblici, imponendo l’utilizzo del contratto di settore anche alla cooperazione di tipo B, compromettano l’intero sistema dell’inserimento lavorativo - prosegue Togni -. Se queste cooperative sociali, per svolgere quanto fatto fino ad oggi, dovessero applicare il contratto specifico di settore per ogni attività svolta, rischierebbero di perdere la propria sostenibilità, data da un fragile equilibrio tra l’economicità del lavoro e la possibilità di fornirlo a persone con disabilità o svantaggiate”.

In questa fase Confcooperative Federsolidarietà è al lavoro per trovare soluzioni condivise che consentano alle cooperative sociali di inserimento lavorativo di continuare a svolgere il proprio lavoro avendo riconosciuto il ruolo che gli è proprio. “Il contratto delle cooperative sociali di tipo B è identitario - conclude Togni -, metterlo in discussione significa mettere in discussione l’esistenza stessa di una forma di lavoro che persegue obiettivi estremamente diversi dalle altre imprese presenti sul mercato”.

 

Mabel Altini

 

Articolo tratto da In Piazza – numero di novembre 2020

 

Foto: Cooperativa sociale La Formica di Rimini