Si è conclusa a Bologna la seconda edizione del percorso formativo dedicato alla disabilità complessa associata alla minorazione visiva, promosso dal Movimento Apostolico Ciechi nell’ambito del progetto Autonomie Possibili, in collaborazione con Irecoop Emilia-Romagna, Fondazione Lega del Filo d’Oro e Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza. Un’iniziativa che, nel corso delle due edizioni, ha coinvolto complessivamente 148 professionisti fra assistenti sociali, educatori e operatori delle cooperative sociali, chiamati sempre più spesso a rispondere a bisogni articolati e in crescita.
Il fenomeno della pluridisabilità, soprattutto in età evolutiva, rappresenta oggi una sfida rilevante. Lo ricorda Michele Borra, vicepresidente dell’Istituto Cavazza, sottolineando che “nel nostro lavoro con bambini e ragazzi da 0 a 18 anni, la mancanza della vista si accompagna sempre più spesso ad altri deficit importanti: parliamo di circa il 50% dei casi”. L’aumento dei casi legati a malattie rare, condizioni prenatali e disturbi cognitivo-comportamentali impone infatti una formazione sempre più specializzata e integrata.
Determinante, in questo senso, il ruolo della rete costruita dagli enti promotori. Irecoop Emilia-Romagna, come evidenzia Matilde Pala, “ha accompagnato la progettazione e la gestione del percorso, garantendo una struttura organizzativa solida, la qualità formativa e il rilascio degli attestati”. Accanto a Irecoop, la Lega del Filo d’Oro ha portato competenze specialistiche riconosciute a livello nazionale, mentre l’Istituto Cavazza, centro d’eccellenza per la riabilitazione visiva che ogni anno assiste fino a 200 persone, ha messo a disposizione spazi, esperienze e professionisti.
Al centro del progetto resta la volontà di rafforzare una comunità competente, capace di sostenere persone non vedenti o ipovedenti con ulteriori disabilità, lavorando fianco a fianco con famiglie e servizi territoriali. Un obiettivo ribadito da Salvatore Bentivegna, vicepresidente nazionale del Movimento Apostolico Ciechi e presidente della cooperativa Centro Braille: “La pluridisabilità è una realtà in crescita e non possiamo lasciare sole le famiglie né gli operatori. A Bologna il Cavazza, insieme alla rete dei partner, ha saputo raccogliere una sfida nuova: andare oltre la cecità e includere le molte forme di disabilità che oggi si intrecciano nella vita delle persone. Formare chi opera ogni giorno nei servizi sociali significa costruire comunità più competenti e più giuste”. Bentivegna ha inoltre ringraziato la Curia per la vicinanza del Cardinale e tutti gli enti coinvolti per la collaborazione “che ha reso possibile un lavoro unitario, evitando la frammentarietà e offrendo risposte più efficaci”.
L’iniziativa, sostenuta anche dalla Fondazione Carisbo, rappresenta un tassello importante nella costruzione di un modello integrato di intervento sulla disabilità complessa. Una prospettiva condivisa anche da Confcooperative Terre d’Emilia, il cui vicepresidente Daniele Ravaglia sottolinea come “l’importante iniziativa ‘Autonomie possibili’ ha reso evidente il valore dell’attività educativa, di accompagnamento e di sostegno alle persone con disabilità, in cui così spesso le nostre cooperative sociali sono impegnate. La competenza è elemento imprescindibile per rendere strutturali questi percorsi di autonomia e garantire la qualità dei servizi”.
Nella foto in copertina, da sx, Borra, Pala e Bentivegna