«I SIEG sono attività economiche che, pur operando sul mercato, svolgono anche una funzione pubblica essenziale. Contribuiscono alla coesione territoriale e sociale e, proprio per questo, possono accedere a regimi agevolati previsti dalla normativa europea», ha spiegato Samuel Cornella (nelle foto in gallery), responsabile dell’ufficio di Bruxelles della Federazione Trentina della Cooperazione, intervenuto a Marradi all’incontro promosso da Confcooperative Emilia-Romagna e Toscana, dedicato alla cooperazione come risposta allo spopolamento delle aree interne.
I Servizi di Interesse Economico Generale, ha ricordato Cornella, godono di un regime “premiale” europeo che prevede compensazioni per obblighi di servizio pubblico, l’accesso al cosiddetto super de minimis (oggi fino a 750.000 euro) e ulteriori agevolazioni riservate ai SIEG. In Trentino, questa qualifica è stata riconosciuta ai negozi situati oltre i 500 metri d’altitudine, in comuni o frazioni con almeno 100 abitanti, senza altri esercizi analoghi nel raggio di 2 km, con fatturato sotto i 591.560 euro e con almeno quattro servizi aggiuntivi tra i diciotto previsti.
«Non si tratta solo di rivendita alimentare — ha spiegato — ma di presìdi multifunzionali che consegnano la spesa, stampano referti, prenotano visite mediche, smistano la posta o distribuiscono farmaci». Dai 52 attivi nel 2018, oggi i SIEG trentini sono saliti a 124. Un modello efficace Un modello che ha trasformato i negozi in strumenti di resilienza territoriale tanto da essere riconosciuto come buona pratica dallo studio Deloitte condotto per conto della Commissione europea.