LEONE XIV, UNA GUIDA NEL SOLCO DELLA DOTTRINA SOCIALE

LEONE XIV, UNA GUIDA NEL SOLCO DELLA DOTTRINA SOCIALE

Il saluto di Confcooperative Emilia Romagna, tramite il presidente Francesco Milza, al nuovo Papa che ha scelto un nome dal profondo valore simbolico per la cooperazione.

venerdì 9 maggio 2025

Confcooperative Emilia Romagna saluta con gioia e speranza l’elezione al soglio pontificio di Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost. L’Associazione individua nella scelta del nome Leone un profondo valore simbolico per tutto il movimento cooperativo: fu infatti Leone XIII, con l’enciclica Rerum Novarum del 1891, a promuovere la Dottrina Sociale della Chiesa, tracciando una via che ha orientato l’impegno dei cattolici in campo sociale, economico e politico.

“È proprio a partire da quell’enciclica – dichiara il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza – che si fonda l’identità della nostra Associazione, come affermiamo sin dall’articolo 1 dello Statuto che ricorda l’ispirazione alla Dottrina Sociale della Chiesa. Numerose cooperative e casse rurali sono nate in Italia a partire dalla fine dell’800 proprio seguendo quell’intuizione, e ancora oggi continuano ad operare nella società ponendo al centro la persona, la dignità del lavoro, la solidarietà e la sussidiarietà”.

In Papa Leone XIV riconosciamo una guida spirituale e morale nel solco della Dottrina Sociale della Chiesa, in continuità con il messaggio dell’amato Papa Francesco che ci ha sempre spronato a declinare nel concreto quei valori di inclusione e solidarietà propri del modello cooperativo – prosegue Milza –. Siamo pronti ad offrire l’impegno di un movimento cooperativo che, forte di 1.500 imprese e oltre 230.000 soci cooperatori in Emilia-Romagna, ogni giorno contribuisce a promuovere inclusione sociale, sviluppo sostenibile, riduzione delle diseguaglianze e lavoro dignitoso nei territori”.

Confcooperative Emilia Romagna attende con fiducia e riconoscenza il ritorno dell’arcivescovo di Bologna cardinale Matteo Maria Zuppi nella comunità bolognese, dopo i giorni intensi del Conclave. “Aspettiamo a braccia aperte il nostro arcivescovo don Matteo – conclude Milza – felici di poter continuare a sostenere il suo operato pastorale, fonte di ispirazione per tanti, credenti e non, e riferimento prezioso per una comunità che ha bisogno di dialogo, cura e visione”.

Foto Vatican Media