CODICE APPALTI, LE RICHIESTE DEI SETTORI

CODICE APPALTI, LE RICHIESTE DEI SETTORI

I rappresentanti di Confcooperative Lavoro e Servizi Emilia Romagna a colloquio con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti sul Codice Appalti.

lunedì 22 aprile 2024

Sono state sottoposte ai vertici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (e in particolare al capo dell’ufficio legislativo Elena Giglio) le richieste della Federazione Lavoro e Servizi, in particolare con gli interventi dei rappresentanti di alcuni dei principali settori, tutti esponenti emiliano-romagnoli. L’incontro si è tenuto mercoledì 17 aprile scorso al Palazzo della Cooperazione di Roma e ha visto la partecipazione del ministro Matteo Salvini, che ha dialogato con il presidente nazionale di Federazione Massimo Stronati e con il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini (qui l’articolo).

Oggetto principale dell’incontro è stata una riflessione sul Codice dei contratti pubblici (cosiddetto Codice degli Appalti), approvato nel 2023, che sta entrando a regime e che necessita – a parare di Confcooperative – di alcuni aggiustamenti.

Il presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi Emilia Romagna (nonché referente nazionale settore trasporti), Alessio Passini, ha evidenziato la necessità di qualificare al meglio le stazioni appaltanti e potenziare e accelerare la formazione dei funzionari per evitare il proliferare dei ricorsi che bloccano l’aggiudicazione delle gare pubbliche. Dal canto suo, Fabrizio Salomoni, responsabile nazionale del settore delle costruzioni, ha chiesto di limitare le deroghe delle quali beneficiano i cosiddetti “settori esclusi o speciali”, che rischiano di distorcere alcuni principi fondamentali del Codice, tra cui il più importante è quello dell’equilibrio contrattuale. Infine, Mirella Paglierani, responsabile nazionale del settore ristorazione, ha sottolineato come sia necessario intervenire sulla norma della revisione prezzi al fine di renderla più equa ed efficace, in quanto, soprattutto nel settore della ristorazione (in cui il costo delle materie prime e dell’energia impatta in misura preponderante), non permette di riconoscere agli operatori economici i reali incrementi di mercato. La stessa norma, infatti, che vale in generale per i contratti pubblici, andrebbe adeguata a seconda dell’ambito di applicazione, essendovi notevoli differenze tra quello dei lavori, quello dei servizi e quello delle forniture.

Tutte istanze e richieste che il ministro e la capo ufficio stanno prendendo in seria considerazione e sulle quali è aperto un confronto sia a livello politico che a livello tecnico.

 

Nella foto principale, l’intervento di Alessio Passini. In gallery gli interventi di Fabrizio Salomoni e Mirella Paglierani.