L’economia dell’Emilia-Romagna continua a mostrare segnali di tenuta e di crescita, nonostante un contesto internazionale complesso e instabile. A fine 2025, il Prodotto interno lordo regionale è previsto in aumento dello 0,6%, con una prospettiva di ulteriore rafforzamento nel 2026 fino a +0,9%, mentre l’occupazione cresce di 1,2 punti percentuali, portando il tasso complessivo al 71,5%. Dati che collocano la regione tra le più dinamiche del Paese, con un tasso di disoccupazione al 3,9%, vicino ai minimi storici e terzo migliore in Italia.
Le previsioni emergono dal Rapporto sull’economia regionale 2025, realizzato dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna e presentato oggi al Dama Tecnopolo di Bologna. Nel dettaglio, il prossimo anno vedrà un traino congiunto di industria e servizi, entrambi attesi in crescita rispettivamente dell’1,1% e dell’1,2%, mentre le costruzioni dovrebbero entrare in una fase recessiva, con una contrazione stimata del 2,6%, anche per il venir meno degli incentivi edilizi. Restano positivi i consumi delle famiglie, previsti in aumento dello 0,8%, mentre gli investimenti rallentano dopo la ripresa registrata nel 2025.
“Le politiche regionali di sostegno all’economia hanno consentito alle imprese di essere attrezzate per affrontare un anno che si annunciava tra i più difficili a causa delle tensioni internazionali”, ha affermato Vincenzo Colla (nella foto in copertina), vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega allo Sviluppo economico. “È necessario continuare a investire nelle filiere e nei settori strategici che consentono al territorio di giocare un ruolo importante nella competizione globale, in particolare su intelligenza artificiale, blue e green economy e biotecnologie, mantenendo come bussola un modello di sviluppo sostenibile”.
Il quadro internazionale resta però segnato da forti incertezze. Nel 2025 la Germania ha superato gli Stati Uniti come primo partner commerciale regionale, con una crescita dell’export verso il mercato tedesco del 6,7%. Pesano invece i dazi americani, che hanno determinato un calo di quasi l’8% delle esportazioni verso gli Usa, e il rallentamento del mercato cinese, dove l’export registra una flessione del 16%, considerata potenzialmente strutturale. Nel frattempo, il turismo continua a sostenere l’economia regionale, con un aumento delle presenze del 3% nei primi dieci mesi dell’anno, pur a fronte di una riduzione della durata media dei soggiorni.
“Le imprese dell’Emilia-Romagna rappresentano la prima frontiera di ogni trasformazione”, ha sottolineato Valerio Veronesi, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna. “Sostenere la loro velocità di reazione è oggi quanto mai necessario per difendere la libertà d’impresa, puntando su investimenti, competenze, semplificazione e riduzione dei costi energetici”.