CONFCOOPERATIVE FEDAGRIPESCA, CONFRONTO SUL FUTURO DEL VINO

CONFCOOPERATIVE FEDAGRIPESCA, CONFRONTO SUL FUTURO DEL VINO

Al convegno di Confcooperative Fedagripesca a Roma confronto con il Ministro Francesco Lollobrigida su competitività, consumi e riforma PAC

giovedì 13 novembre 2025

Il futuro del settore vitivinicolo passa da scelte strategiche di lungo periodo, capaci di sostenere competitività, innovazione e consumo consapevole. È il messaggio emerso dal convegno “Competitività e futuro del vino italiano”, organizzato l’11 novembre 2025 da Confcooperative Fedagripesca a Roma, alla presenza del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. La federazione, che rappresenta 264 cantine e consorzi per oltre 5 miliardi di euro di valore aggregato e circa il 40% della produzione nazionale, ha richiamato l’urgenza di una visione stabile per guidare il comparto nel nuovo scenario della PAC post 2027.

 

Il quadro internazionale tracciato da Giorgio Delgrosso, Responsabile del Dipartimento di Statistica e Trasformazione Digitale dell’OIV, evidenzia una produzione mondiale stimata in 232 milioni di ettolitri nel 2025, in lieve recupero rispetto al 2024 ma ancora sotto la media quinquennale. Nei mercati più maturi i consumi calano, soprattutto per i rossi, mentre crescono bianchi, rosé e sparkling. “È fondamentale aprire altre strade e adattarsi ai nuovi gusti dei consumatori”, osserva la federazione.

 

In questo scenario, il Presidente del Settore Vitivinicolo di Confcooperative, Luca Rigotti, sottolinea la necessità di politiche mirate e non emergenziali. La riforma della PAC introduce un possibile cambio di paradigma: l’intervento settoriale del vino, finora obbligatorio, rischia di diventare facoltativo per gli Stati membri. “Il vino non può perdere la sua identità e il suo peso strategico all’interno delle politiche agricole, economiche e ambientali europee”. Centrale resta la leva della promozione, rafforzata dall’approvazione in Comagri degli emendamenti che innalzano dal 50% all’80% il cofinanziamento dei programmi e che eliminano il limite temporale nei singoli Paesi. “Questo ci consentirà di presidiare i mercati e rafforzare il brand del vino italiano nel mondo”, afferma Rigotti.

 

Altro capitolo essenziale è quello dell’innovazione. Secondo Rigotti, la cooperazione deve accompagnare i cambiamenti del mercato, investendo in ricerca e in nuove tipologie di prodotto, dai vini dealcolati a quelli naturalmente a bassa gradazione, valorizzando qualità e sostenibilità. “Solo così si rafforza la reputazione del vino italiano e si garantisce un futuro alle nostre cantine”.

Sul rapporto tra vino, alimentazione e salute è intervenuto Raffaele Drei, Presidente di Confcooperative Fedagripesca, commentando la relazione del Professor Attilio Giacosa, Presidente dell’IRVAS. Drei ha ribadito che il vino non può essere assimilato genericamente alle bevande alcoliche: è parte della cultura nazionale, del modello mediterraneo e della convivialità italiana. “Dobbiamo contrastare con il rigore della scienza messaggi allarmistici che disinformano i consumatori. L’abuso è dannoso, ma il consumo moderato e consapevole è parte della nostra identità e del nostro benessere alimentare”.

 

Nel suo intervento conclusivo, Drei ha richiamato la responsabilità condivisa della filiera e delle istituzioni nell’affrontare le sfide dei prossimi anni. L’Italia vanta una leadership trasversale, dai vitigni eroici alle grandi DOC, dagli spumanti del nord est ai prodotti per il consumo quotidiano, sostenuta da una biodiversità unica. “Il vino italiano non può rassegnarsi a una decrescita felice. Serve una nuova politica di filiera, con risorse adeguate, strumenti promozionali efficaci e un quadro normativo che ne riconosca il ruolo strategico nell’agricoltura e nell’economia europea”.