ANTONIO BUZZI: “TROPPE CASE SENZA AFFITTO, SERVE CAMBIO DI ROTTA”

ANTONIO BUZZI: “TROPPE CASE SENZA AFFITTO, SERVE CAMBIO DI ROTTA”

Intervistato sul mensile InPiazza, Antonio Buzzi, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna, sottolinea l’importante ruolo dell’economia sociale per le nuove politiche dell’abitare

martedì 4 novembre 2025

Ogni progetto di vita necessita di una casa, ma oggi le persone che si ritrovano senza un luogo da poter abitare sono sempre più numerose. La cooperazione sociale, che si occupa di accompagnare chi ha bisogno di un aiuto per inserirsi nella società e portare avanti il proprio progetto di vita, ha sempre messo al centro di ogni azione il tema dell’abitare. “I progetti innovativi sul tema della casa che abbiamo in essere sul territorio emiliano romagnolo nascono dall’economia sociale e molto spesso proprio dalla cooperazione sociale - sottolinea Antonio Buzzi, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Emilia-Romagna -. Le cooperative si occupano di conciliare il tema della fragilità con quello dell’abitare attraverso diverse soluzioni: appartamenti supportati, abitare collaborativo, housing sociale, housing first, alberghi sociali e molti altri ancora. Si tratta di pratiche innovative di cui andrebbe valutata la scalabilità e la possibilità di essere estese e replicate su tutto il territorio nazionale e per ogni fascia della popolazione: dalle persone più fragili - come anziani, mamme con figli che vivono una situazione di difficoltà, persone con disabilità o con un passato difficile - fino a chi oggi fatica a conciliare le spese della casa con il proprio reddito. Se guardiamo ai prossimi anni e prendiamo in esame solo il segmento delle persone anziane, dobbiamo fare i conti con un numero in crescita esponenziale”.

 

Oggi gli anziani in Emilia Romagna rappresentano quasi il 25% della popolazione, una percentuale che in meno di vent’anni potrebbe superare il 29%. “Se non vogliamo mettere in ginocchio il sistema sanitario e se vogliamo dare dignità a queste persone, dobbiamo mettere in piedi al più presto un sistema che consenta loro di essere seguite restando autonome - continua Buzzi -. Penso a progetti come i senior village o i senior living, che prevedono complessi residenziali in cui le persone anziane possano vivere a casa propria, godendo di alcuni servizi comuni inseriti in un contesto sicuro, capace di valorizzare e conservare le autonomie in un ambiente ricco di relazioni sociali e stimoli culturali”.

 

Con questi numeri in continua crescita e con l’aumento delle persone che, pur avendo un lavoro stabile, non riescono a far fronte a un affitto o a un mutuo, stanno emergendo fragilità di sistema importanti. “Oggi ci troviamo a confrontarci con il grande vuoto lasciato dall’economia speculativa, che per molti anni si è occupata dell’edilizia residenziale e che ci ha portato al paradosso di avere tante case senza abitanti e tanti abitanti senza casa. È necessario quindi un cambio di rotta, una visione olistica per le nuove politiche dell’abitare, che metta al centro le persone e concili sostenibilità e inclusione. L’economia sociale deve giocare un ruolo importante in questo percorso: è necessario che diventi un partner strategico per una collaborazione tra pubblico e privato, sancita da patti di lungo periodo”

 

Articolo di Ilaria Florio pubblicato sul numero di Novembre 2025 del mensile InPiazza