ANNIVERSARI / 80 ANNI DELLA COOP FONTANALUCCIA

ANNIVERSARI / 80 ANNI DELLA COOP FONTANALUCCIA

Fondata nel 1945 da don Mario Prandi, la storica cooperativa di Fontanaluccia celebra otto decenni di attività nel segno del lavoro e della comunità.

giovedì 9 ottobre 2025

Ottant’anni di storia, di lavoro e di cooperazione. La Cooperativa Fontanaluccia, nata nel 1945 nella piccola frazione di Frassinoro, ha festeggiato domenica 5 ottobre il suo importante anniversario con un pranzo conviviale che ha riunito soci lavoratori, soci onorari e collaboratori. Tra i presenti anche Cinzia Nasi, responsabile organizzativo-territoriale Modena di Confcooperative Terre d’Emilia, che ha portato il saluto del movimento cooperativo.

 

Fondata da don Mario Prandi, sacerdote reggiano e figura straordinaria del cattolicesimo sociale, la cooperativa nacque per offrire lavoro e dignità in un periodo di grande povertà. Prandi, conosciuto come il “padre” delle Case della Carità, comprese con lungimiranza che la rinascita dell’Appennino passava anche attraverso la possibilità di costruire un’economia solidale, radicata nei valori della comunità.

 

Oggi la Fontanaluccia è una realtà viva e solida, specializzata in edilizia – sia nuove costruzioni che ristrutturazioni – e conta undici soci lavoratori. A guidarla è il presidente Andrea Agostinelli, affiancato dal vicepresidente Andrea Zanni. La cooperativa è attualmente impegnata in importanti cantieri: la realizzazione di sedici alloggi e due ville bifamiliari a Saliceta di Modena per conto della cooperativa d’abitazione Unioncasa, una villa in via del Sagittario a Modena per un committente privato, e l’adeguamento antincendio di una struttura a Pavullo per la cooperativa sociale Domus Assistenza. In società con la cooperativa Batea di Concordia, sta inoltre costruendo otto appartamenti in via Miglioli a Modena.

 

«La Fontanaluccia testimonia l’impegno del mondo cattolico, a partire da molti sacerdoti, nella promozione di cooperative per creare lavoro nell’immediato dopoguerra – ricorda Matteo Caramaschi, presidente di Confcooperative Terre d’Emilia –. Sono nati caseifici, maglierie, ceramiche, centri di formazione professionale. Ricordando quei preti potremmo parlare di una “teologia del fare”, perché essi furono capaci di creare posti di lavoro evitando l’abbandono di borghi e paesi».

 

Una lezione ancora attuale, che lega il passato e il presente della cooperazione. Come sottolinea Caramaschi, «don Mario Prandi e i suoi confratelli capirono che lo spopolamento del nostro Appennino avrebbe cancellato non solo la fragile agricoltura montana, ma l’identità di terre e valli, le loro tradizioni e la loro cultura». Ottant’anni dopo, la Fontanaluccia continua a costruire, con le mani e con i valori, un futuro di comunità.