LE STRADE LONGOBARDE SI INCONTRANO A PARMA

LE STRADE LONGOBARDE SI INCONTRANO A PARMA

Progetto condiviso tra Italia e Germania per promuovere nuovi e più intensi scambi culturali. Il punto in un convegno organizzato dall’associazione “G. Micheli” di Confcooperative Parma.

martedì 13 settembre 2022

Dal fiume Po al mare i longobardi hanno lasciato una traccia indelebile nelle civiltà a cavallo dell'appennino tosco-emiliano. L'associazione culturale “G. Micheli”, legata a Confcooperative Parma, ha promosso un incontro con i rappresentanti tedeschi per porre la prima pietra per la realizzazione di un progetto comune. E non è un caso che l’incontro sia stato promosso proprio da questa associazione, dal momento che fu proprio Giuseppe Micheli a proporre di unire in un'unica regione le terre del Po: dall'appennino alla città Porto di Luni, che il prossimo anno festeggerà i 2.200 anni, 5 anni dopo la analoga celebrazione della ricorrenza della fondazione di Parma.

La Strada Longobarda ricorda la grande storia di questo popolo nordico che oltre 1.000 anni fa partì dalla Scandinavia per arrivare in Germania, poi in Pannonia, per entrare in Italia e insediarsi nella pianura Padana, ha vissuto ieri a Parma una giornata molto significativa.

Con la partecipazione di una delegazione tedesca, guidata dal vicepresidente della Strada Longobarda Europea, Frank Andraschko, archeologo docente della Università di Amburgo, con al seguito il comandante d'imbarcazione Kraus Former ed il capo ingegnere Erch Kirshneck, si è così tenuto, nella sala conferenze di Confcooperative a Parma su iniziativa della Associazione Giuseppe Micheli, un convegno che ha dato un respiro europeo alla iniziativa avviata a Parma già da alcuni anni.

Insieme al direttore di Confcooperative Parma Andrea Gennari ed al presidente della associazione Micheli Eugenio Caggiati, erano presenti anche i sindaci di Corniglio e Monchio con il presidente della Comunità del cibo di crinale Italo Pizzati e con Alessandro Cardinali del Gal del Ducato in quanto i Longobardi usarono i quattro passi dell’Appennino parmense per arrivare fino alle porte di Roma.

In mattinata, la delegazione tedesca, si era incontrata con Meuccio Berselli, direttore di AIPO, in quanto rappresentante della più importante via d’acqua nazionale e genitrice della pianura padana.

Nella sala convegni di Confcooperative Parma, alla presenza di un moderatore d'eccezione, il professor Giovanni Ballarini e con il supporto del professor Alberto Spisni, si è giunti alla conclusione di promuovere nuovi e più intensi scambi culturali, tra Italia e Germania, per approfondire la ricerca di un periodo storico straordinario, il Medioevo, che tanto ha lasciato nella nostra terra.

 

Il dibattito è stato arricchito dagli interventi dell'illustre professor Gianluca Bottazzi, il quale ha illustrato come sia radicata ancora la presenza longobarda, dai toponimi ai casati come i Canossa, i Pallavicini, i Malaspina e gli Obertenghi per citarne alcuni. E se della storia dell'epoca precedente si conosce qualcosa lo si deve, aggiunge lo storico, alle trascrizioni dei monaci longobardi.

Il professor Ballarini ha aggiunto alcuni aneddoti, come quello riportato da Marziale secondo il quale a Roma, attraverso Luni, arrivava un formaggio enorme con incisa una luna; di fatto un antesignano della DOP moderna, facilmente riconducibile all'antico "Parmigiano" che dalle floride terre della pianura padana raggiungevano la città eterna partendo proprio dal porto di Luni.

 

Quella strada che proprio i Longobardi riaprirono per avere lo sbocco al mare.

 

In sintesi, l’incontro con la delegazione tedesca ha sancito la partenza di un progetto che, in vista dei 2.200 anni del porto romano di Luni, approfondirà i rapporti tra Parma e Luni anche con il contributo di un coordinamento fra le quattro strade storiche che attraversano il nostro Appennino.

 

Nella foto principale, da sinistra il prof. Ballarini e Caggiati. Nella foto in gallery il primo da sinistra in piedi è il vicepresidente della Strada Longobarda Europea, Frank Andraschko, archeologo docente della Università di Amburgo.

 

A cura dell’ufficio stampa di Confcooperative Parma