NIDI, NESSUN RISCHIO DA ESTERNALIZZAZIONE DEI SERVI

NIDI, NESSUN RISCHIO DA ESTERNALIZZAZIONE DEI SERVI

Alleanza Cooperative Modena interviene a difesa del ruolo della cooperazione sociale nella partnership pubblico-privato per incrementare l’offerta formativa proposta alle famiglie.

lunedì 6 giugno 2022

L’esternalizzazione dei nidi non rappresenta un rischio per l’offerta formativa e il patrimonio educativo. Al contrario, da tempo la collaborazione tra pubblico e privato - in particolare la cooperazione sociale - nella gestione dei servizi educativi per l’infanzia è portatrice di esperienze positive per tutte le parti coinvolte”.

Così scrive in una nota l’Alleanza delle Cooperative di Modena (Confcooperative Modena e Legacoop Estense) in merito al dibattito sulla scelta della giunta Ucman (Unione Comuni modenesi Area Nord) di esternalizzare i nidi di infanzia “Arcobaleno” (Concordia), ”Paese dei balocchi” (Mirandola), “Hakuna Matata” (S. Felice) e “Le Farfalle” (S. Prospero).

La cooperazione sociale ha, da sempre, un ruolo cruciale nella gestione di questi servizi, secondo una modalità che vede la creazione di un sistema di servizi integrato pubblico–privato a forte regia pubblica, che mantiene la programmazione in capo all’amministrazione pubblica ma, al contempo, garantisce una pluralità di gestione in particolare al mondo no profit.

“In questi anni – ricorda l’Alleanza delle Cooperative di Modena - la cooperazione sociale ha saputo dimostrare una grande capacità progettuale con ottimi risultati dal punto di vista qualitativo, come evidenziano le diverse indagini di qualità condotte all’interno dei servizi. Le cooperative hanno investito in termini di formazione e di risorse economiche. Ad esempio, diversi servizi sono nati grazie a project financing e hanno saputo incrementare la flessibilità di molte prestazioni, senza mai penalizzare la qualità”.

Ciò che veramente conta, a maggior ragione oggi, è investire maggiori risorse in questi servizi, attraverso affidamenti e gare d’appalto che devono premiare la progettazione e non la parte economica, evitando il massimo ribasso. Questo permetterebbe tra l’altro di dare il giusto riconoscimento economico e normativo ai tanti educatori che in questi anni si sono spesi in formazione continua e universitaria per rispondere al meglio alle nuove esigenze dei bambini.

“Auspichiamo, quindi, un confronto senza pregiudizio tra pubblica amministrazione e parti sociali, orientato esclusivamente a fornire risposte adeguate ai bisogni dei più piccoli e delle loro famiglie”, concludono Confcooperative Modena e Legacoop Estense.