PIL REGIONALE, PREVISTO UN CROLLO DEL 7%

PIL REGIONALE, PREVISTO UN CROLLO DEL 7%

Milza (Confcooperative ER): "Le imprese chiamate a cambiare modelli, grande sfida per la digitalizzazione"

giovedì 23 aprile 2020

L’edizione di aprile degli Scenari per le economie locali di Prometeia, analizzati dall’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna, si fonda su un‘ipotesi relativamente positiva, di un periodo di blocco delle attività di circa due mesi, ritardati nel tempo tra i vari Paesi del mondo, e di una successiva parziale ripresa.

L’attesa per il 2020 è di una caduta del prodotto interno lordo regionale del 7,0 per cento, leggermente superiore a quella del 2009. La ripresa sarà solo parziale nel 2021 (+3,8 per cento), per tornare ai livelli del 2019 occorrerà aspettare il 2024. La caduta del prodotto interno lordo italiano dovrebbe risultare del 6,5 per cento nel 2020, con una ripresa del 3,3 per cento nel 2021.

“A differenza di quella iniziata nel 2008, l’attuale situazione di crisi non è dovuta ad un modello economico-finanziario ‘drogato’ in quanto è stata innescata da un’emergenza sanitaria – commenta Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna -. Oltre agli effetti più immediati, nel medio e lungo periodo questa crisi comporterà importanti cambiamenti che costringeranno le imprese a rivedere organizzazione del lavoro, modalità di produzione delle merci e di erogazione dei servizi”.

“La sfida per il futuro – sottolinea Milza – sarà quella di rimodellare le nostre imprese in funzione dei cambiamenti attraverso nuovi paradigmi e nuovi strumenti, a partire dalla forte accelerazione della digitalizzazione che necessita urgentemente di una strutturazione fisica delle reti ad alta velocità per la trasmissione di dati, senza lasciare indietro nessun territorio. Le autostrade serviranno sempre più per muovere innanzitutto le merci, la bande larga per assicurare le relazioni tra persone”.

Secondo le ipotesi di Prometeia nel 2020 il prodotto mondiale dovrebbe ridursi dell’1,6 per cento. In particolare, la flessione dovrebbe risultare del 2,5 negli Stati Uniti, del 5,1 nell’area dell’euro e del 5,3 in Germania, mentre la crescita dovrebbe ridursi al 3,2 in Cina.

Nel 2020 la recessione dell’Emilia-Romagna sarà determinata dal crollo degli investimenti (-13,1 per cento) e dalla caduta delle esportazioni (-9,9 per cento), nonostante una migliore tenuta dei consumi (-5,2 per cento).

Saranno l’industria (-12,8 per cento) e le costruzioni (-11,1 per cento) ad accusare il colpo più duro, ma anche nei servizi la recessione sarà pesante (-4,5 per cento).

Secondo uno studio di Unioncamere Emilia-Romagna, la recessione colpirà più duramente le aree dell’Italia settentrionale e centrale a maggior vocazione turistica, quelle a forte densità artigiana manifatturiera ma anche le economie territoriali con elevata propensione all’export.

Gli effetti dell’epidemia da coronavirus condurranno a una netta inversione della tendenza positiva sul mercato del lavoro con una lieve flessione delle forze di lavoro, una netta riduzione degli occupati (-1,4 per cento) e un deciso aumento del tasso di disoccupazione, che raggiunge il massimo degli ultimi quattro anni (6,7 per cento).

Per il 2021 è attesa una ripresa dell’occupazione e un ritorno del tasso di disoccupazione sotto il 6 per cento.