La trasformazione digitale rappresenta una delle sfide più rilevanti per il sistema produttivo e per il mondo cooperativo. È a questo tema che è dedicato il nuovo numero di Lettera dalla Cooperazione, house organ di Confcooperative Emilia Romagna, con uno speciale che approfondisce opportunità, criticità e prospettive della transizione digitale, mettendo al centro competenze, modelli organizzativi e valore sociale dell’innovazione.
Il numero si apre con l’approfondimento sulla nascita del nuovo Ufficio per l’Innovazione Digitale di Confcooperative Emilia Romagna, un presidio strutturato pensato per accompagnare le cooperative nei percorsi di digitalizzazione dei processi e dei modelli di impresa. Dall’intelligenza artificiale alla cybersecurity, fino all’accesso ai finanziamenti regionali, nazionali ed europei, la responsabile Gabriella Pirrello spiega come l’obiettivo sia offrire supporto strategico e operativo, rafforzando al tempo stesso le reti con l’ecosistema dell’innovazione in una ricca intervista.
Accanto al racconto delle nuove iniziative, lo speciale propone un’analisi approfondita sullo stato della trasformazione digitale delle imprese in Emilia-Romagna. Le ricerche richiamate nel numero restituiscono un quadro articolato, in cui la propensione all’investimento digitale è superiore alla media nazionale, ma permangono differenze significative tra grandi imprese e piccole e medie realtà, soprattutto sul fronte delle competenze e della capacità di utilizzare le tecnologie come leva strategica e non solo operativa.
Ampio spazio è dedicato alle interviste, che offrono chiavi di lettura complementari sul cambiamento in atto. Danilo D’Elia, amministratore delegato di Node – Digital Innovation Hub di Confcooperative, sottolinea come “il digitale non sia un costo, ma una leva strategica che richiede visione, competenze e capacità di fare rete”. Dal punto di vista dell’intelligenza artificiale, Eleonora Barelli di IFAB – International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development richiama l’attenzione sul fatto che “la sfida non è solo tecnologica, ma culturale e organizzativa”, soprattutto per le imprese di minori dimensioni. Il giurista Fabio Bravo, professore ordinario all’Università di Bologna, affronta invece il tema della governance dei dati, evidenziando come i modelli di cooperative di dati possano rappresentare una risposta innovativa per restituire controllo e valore alle informazioni generate dalle imprese.
Il numero ospita inoltre case history di esperienze cooperative che dimostrano come la transizione digitale possa tradursi in risultati concreti quando è integrata nei processi, condivisa all’interno delle organizzazioni e orientata a obiettivi di sostenibilità economica e sociale. Un racconto che conferma come l’innovazione, per la cooperazione, non sia un fine in sé, ma uno strumento per rafforzare modelli di impresa inclusivi e capaci di generare valore per le comunità.
Completano il numero l’intervista allo storico funzionario del settore sociale di Confcooperative Emilia Romagna, Gianluca Mingozzi, che alla vigilia del pensionamento ripercorre il proprio percorso professionale all’interno del movimento cooperativo e offre una riflessione sul valore sociale della cooperazione, e quella a Davide Drei, che ne raccoglie il testimone e racconta il percorso nel mondo cooperativo e non che lo ha condotto a Confcooperative Emilia Romagna, soffermandosi sulle priorità e sulle sfide attuali della cooperazione sociale.
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