Il taglio delle risorse e l’assenza di una visione strategica per il futuro dell’agricoltura e della pesca europee sono al centro della protesta che ha visto Fedagripesca Confcooperative partecipare alla manifestazione in corso oggi a Bruxelles, in occasione della riunione del Consiglio Agricolo dell’Unione Europea. Sotto accusa la proposta di riforma della Politica agricola comune (Pac) presentata dalla Commissione UE, giudicata inadeguata a sostenere competitività, innovazione e sviluppo delle filiere produttive e cooperative.
“Non c’è solo il grave problema del taglio di oltre il 20% di risorse al comparto, che resta inaccettabile. Ci preoccupa allo stesso modo la totale assenza di una visione strategica da parte della Commissione che di fatto sceglie di delegare a 27 singoli Stati la politica agricola, l’unica vera politica comune che è stata realizzata da quando esiste l’Europa unita”, ha dichiarato Raffaele Drei, presidente di Fedagripesca Confcooperative, il 18 dicembre 2025. Una mancanza di visione che, secondo Drei, si riflette anche nella decisione di non prevedere più un sostegno specifico agli investimenti in innovazione, considerati la leva principale della competitività futura del settore.
Nel dettaglio, la proposta mantiene, seppur ridimensionate, le misure di sostegno al reddito, ma non offre certezze sugli investimenti strategici per l’innovazione e la competitività delle imprese agricole. “Non emerge alcuna reale volontà della Commissione di continuare a sostenere in modo strutturato la competitività delle filiere produttive”, ha sottolineato Drei, evidenziando come comparti a forte vocazione organizzata e di mercato, quali ortofrutta, vino e olio, risultino particolarmente penalizzati dall’assenza di un quadro regolatorio chiaro e di garanzie di budget per gli interventi settoriali.
Le criticità non riguardano solo l’agricoltura, ma investono anche il settore ittico. A lanciare l’allarme è Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca, che ha definito “incomprensibile” la drastica riduzione delle risorse destinate a pesca e acquacoltura nel nuovo bilancio UE. Per il periodo 2028-2034, i fondi per la pesca professionale scenderebbero da circa 6,1 miliardi a poco più di 2 miliardi, con un taglio del 67%, colpendo un comparto che garantisce circa 350.000 occupati diretti e 37 miliardi di euro di fatturato annuo.
Secondo Tiozzo, la confluenza delle misure in un fondo unico rischia inoltre di diluire gli strumenti specifici per pesca e acquacoltura, compromettendo competitività, innovazione e resilienza delle imprese. “Chiediamo con urgenza alle istituzioni comunitarie di rivedere questa proposta, ripristinando risorse dedicate e adeguate, per garantire un futuro sostenibile e competitivo al settore”, ha concluso. Una posizione condivisa anche da Confcooperative Emilia Romagna, che sostiene la necessità di una Pac capace di offrire certezze alle imprese e alle filiere cooperative in una fase di forte instabilità dei mercati e crescente pressione competitiva.