HABITAT BOLOGNA, NASCE LA COOPERATIVA

HABITAT BOLOGNA, NASCE LA COOPERATIVA

Al via la fase due del progetto: dopo l’apertura dello Sportello digitale, lo scorso 3 ottobre è stata costituita la cooperativa di abitazione. Oltre 130 persone interessate.

mercoledì 8 novembre 2023

Lo strumento cooperativo per una nuova offerta abitativa, più sostenibile e accessibile a tutti. Soprattutto alle famiglie a basso o medio reddito. È questo l’obiettivo di Habitat Bologna, la nuova cooperativa di abitazione promossa da Confcooperative Habitat e Confcooperative Terre d’Emilia per soddisfare il bisogno di casa sempre crescente sul territorio bolognese. Un progetto associativo, quello realizzato con il prezioso contributo di Kilowatt e il sostegno economico di Fondosviluppo, che parte dalle esigenze abitative dei suoi stessi soci per progettare con loro e per loro iniziative immobiliari costruite su misura.

Tutto ha inizio con lo Sportello di abitare collaborativo, attivo dallo scorso maggio all’indirizzo www.habitatbologna.it. Le persone che stanno cercando casa, attraverso un semplice form, possono fissare un incontro con i consulenti di Habitat per fornire le informazioni sulle proprie esigenze abitative e decidere, in un secondo momento, se diventare soci della cooperativa che realizzerà gli interventi in edilizia libera e convenzionata, così da acquisire la priorità sugli appartamenti rispetto ai non associati. Ora, dopo 5 mesi di colloqui, il progetto è giunto alla sua seconda fase. “Lo scorso 3 ottobre abbiamo fondato la cooperativa madre e a metà novembre apriremo ufficialmente la campagna di adesione per i nuovi soci - spiega Gaspare Caliri, referente di Habitat Bologna -. Ad oggi 53 persone hanno palesato la volontà di associarsi mentre altre 130 hanno manifestato interesse senza prendere una decisione: con loro stiamo proseguendo l’attività conoscitiva attraverso colloqui collettivi, l’obiettivo è arrivare ad avere entro la primavera 2024 più gruppi di soci per poter dar vita alle cooperative di scopo e avviare i vari progetti immobiliari”.

 

UN NUOVO MODELLO DA IMITARE

Prima viene la ricerca dei soci, dunque, poi quella degli immobili che possono essere ristrutturati o rigenerati per far nascere cooperative di abitanti. Un modello opposto rispetto a quello solitamente utilizzato da chi lavora nel settore ma già sperimentato con successo con la cooperativa Unitaria Milano. “Prima aggreghiamo le persone interessate all’interno di una cooperativa madre - sottolinea Caliri -. Poi, in base alle loro esigenze, alla loro possibilità di spesa e alla loro attitudine alla condivisione, sia di spazi che di servizi, creiamo singole cooperative di scopo per avviare i progetti che daranno luce ai nuclei abitativi nei vari quartieri della città: Habitat Saffi, Habitat San Ruffillo e via discorrendo”. Una volta definite le zone di interesse dei soci si passerà alla scelta dei terreni più adatti alla realizzazione dei nuovi appartamenti: parallelamente, infatti, Habitat sta monitorando i piani urbanistici per scovare le soluzioni migliori. “Stiamo facendo una mappatura accurata in queste settimane: entro l’inizio del nuovo anno dovremmo avere un’idea chiara della situazione - prosegue Caliri -. Prima, però, volevamo conoscere le persone che si sono affacciate alla nostra realtà. Il dato più interessante è che molte di loro hanno mostrato un forte interesse verso l’abitare collaborativo perché in esso percepiscono l’opportunità di rendere la loro vita più sostenibile a livello ambientale”.

 

L’UNIONE FA LA FORZA

Per il monitoraggio dei fabbisogni abitativi di Bologna tornerà utile anche Faber, la nuova piattaforma della Regione Emilia-Romagna presentata lo scorso 19 settembre a Roma, che metterà a sistema dati da varie fonti che in precedenza erano sempre scorporati e non coordinati. “Faber è uno strumento che può aiutarci, come altri come l’Osservatorio sulla casa che sta nascendo a Bologna con l’aiuto dell’Università e di altri soggetti, e con cui vogliamo interagire per la comprensione della domanda. Serve uno sforzo corale da parte di enti pubblici e realtà private per risolvere l’emergenza casa, uscendo dall’ottica esclusiva del business - conclude Caliri -. Il nostro obiettivo è lavorare sull’edilizia destinata alla classe media che si sta impoverendo, perché con più case riusciremmo a decomprimere il mercato dell’affitto diminuendo il rischio di essere soggetti a una bolla speculativa”.

 

Nella foto principale, la riunione per la costituzione della cooperativa alla presenza del presidente di Confcooperative Habitat Emilia Romagna Marco Galante e del vicepresidente di Confcooperative Terre d’Emilia Daniele Ravaglia.

 

Nella foto in gallery, Ravaglia con Samanta Musarò e Gaspare Caliri di Kilowatt.