VENDEMMIA, MENO UVA NEL MODENESE MA DI QUALITÀ

VENDEMMIA, MENO UVA NEL MODENESE MA DI QUALITÀ

I risultati delle quattro cantine aderenti a Confcooperative Modena, che trasformano il 60% dell’uva raccolta in provincia.

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mercoledì 27 ottobre 2021

È diminuita, ma meno del previsto, l’uva raccolta dai soci delle quattro cantine aderenti a Confcooperative Modena, le quali trasformano il 60% dell'uva coltivata nella nostra provincia.
 

Quest'anno il prodotto conferito durante la vendemmia negli stabilimenti delle Cantine di Carpi e Sorbara, S. Croce di Carpi, Formigine Pedemontana e Settecani di Castelvetro ha raggiunto i 691.312 quintali. Rispetto al 2020 si registra una diminuzione del 5,7%, ma va ricordato che l’anno scorso i vigneti della collina raggiunsero quantitativi record grazie a condizioni climatiche eccezionalmente favorevoli.
 

“Il bilancio della vendemmia appena terminata può essere considerato positivo – dichiara Carlo Piccinini, presidente di Confcooperative Modena e vicepresidente della Cantina di Carpi e Sorbara (nella foto in gallery) – Le gelate di aprile avevano fatto temere cali maggiori. Invece abbiamo valori nella media degli ultimi anni. In più siamo soddisfatti della qualità dell’uva, che si sta rivelando buona anche grazie all’assenza di malattie”.

La vendemmia ha comunque avuto un andamento territoriale molto differenziato. Nella zona a nord della via Emilia (in sostanza le due cantine carpigiane) la raccolta è leggermente cresciuta, mentre nella fascia pedecollinare (Formigine e Settecani) ha registrato consistenti cali di produzione. Il freddo di aprile, infatti, ha pesato dove i vigneti si erano mossi precocemente, come in collina.

Esaurita la vendemmia, ora lo sguardo delle cantine cooperative modenesi associate a Confcooperative è rivolto al mercato.

“I buoni valori produttivi e della qualità incoraggiano un discreto ottimismo per le quotazioni del Lambrusco – afferma Daniela Vaschieri, responsabile settore vino di Confcooperative Modena e vicepresidente della Cantina Settecani di Castelvetro (nella foto in gallery)  – Abbiamo finito le scorte del 2020 e si prevede un calo della produzione sia italiana (-9%) che europea (-15,8%). Grazie alla riapertura di hotel, bar e ristoranti, le vendite sono ripartite; il Lambrusco, inoltre, va bene nella grande distribuzione organizzata e continua a crescere il commercio on line. Del resto, - conclude Daniela Vaschieri – il Lambrusco è un vino da consumo quotidiano al quale i nostri clienti non vogliono rinunciare, neanche in questo periodo complicato”.

Foto principale da pagina Facebook Cantina Settecani Castelvetro.