DANIELE RAVAGLIA NUOVO PRESIDENTE DI CONFCOOPERATIVE BOLOGNA

DANIELE RAVAGLIA NUOVO PRESIDENTE DI CONFCOOPERATIVE BOLOGNA

Il direttore generale di Emil Banca eletto all’Assemblea congressuale tenutasi a Fico. Prende il posto del presidente uscente Daniele Passini.

martedì 14 luglio 2020

Daniele Ravaglia è il nuovo presidente di Confcooperative Bologna, eletto ieri sera dall’assemblea provinciale dell'associazione. Nato nel 1951 a Monzuno, dal 1990 è direttore generale di Emil Banca. “Le cooperative contribuiscono concretamente a ridurre le diseguaglianze – ha detto Ravaglia, salendo sul palco al termine dell'assemblea - un ruolo importante che deve essere adeguatamente conosciuto e riconosciuto dai principali interlocutori e dall’opinione pubblica". Per questo “ci proponiamo come interlocutori credibili di tutti coloro che hanno a cuore il bene comune, consolidando una tradizione gloriosa e aggiornandola, rendendola ancora più attuale e radicata nei suoi valori originari”. Secondo il nuovo presidente di Confcooperative Bologna, “è indispensabile che le associazioni di rappresentanza sappiano comunicare al meglio la loro reputazione, puntando su informazione, innovazione e formazione". Le cooperative, afferma Ravaglia, “sono radicate sul territorio, non praticano discriminazioni, redistribuiscono valore aggiunto alle comunità locali, creano lavoro di cittadinanza, valorizzano le capacità delle persone, anche svantaggiate, generano dignità e autostima dove né il mercato né lo Stato riuscirebbero”. Secondo Ravaglia, inoltre, “il profondo e rapido progresso tecnologico può offrire nuove opportunità anche al movimento cooperativo, a patto che questo sappia riconsiderare i settori di attività e soprattutto le modalità della sua presenza nelle nuove comunità, mantenendo e rafforzando il proprio ruolo di autentico motore di sviluppo”. Infine, l'associazionismo cooperativo “deve valorizzare al massimo il suo asset più prezioso, ovvero il capitale umano, attraverso il costante aggiornamento delle competenze tecniche”. L'assemblea di Confcooperative Bologna ha anche eletto il nuovo consiglio metropolitano, composto da 40 membri e rinnovato per quasi la meta': un terzo sono donne, sette sono giovani under 35.

 

(Fonte: Agenzia Dire)

 

Ecco il comunicato stampa di Confcooperative Bologna sulla relazione di fine mandato del presidente uscente Daniele Passini.

 

“In uno scenario complesso come quello degli ultimi anni, con la globalizzazione che ha aumentato le disuguaglianze e la pesante crisi economico-finanziaria, sociale e politica, Confcooperative ha saputo salvaguardare l’occupazione, aumentare la coesione, promuovere lo sviluppo del territorio metropolitano, contribuendo alla costruzione del bene comune. Un ruolo particolarmente importante, interpretato traendo linfa dai principi e dagli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica. E confermato in questo difficile momento storico, caratterizzato da una terribile pandemia che ha provocato una grave emergenza prima sanitaria e poi economica”. Con queste parole Daniele Passini, presidente uscente di Confcooperative Bologna, ha aperto i lavori dell’Assemblea dell’Associazione.

“Nel quadriennio da poco concluso – ha proseguito Passini – abbiamo riaffermato la nostra matrice distintiva per rinvigorire i nostri ideali, oggi più che mai attuali e validi. Valori che hanno permesso alle cooperative associate di reagire meglio di altre forme imprenditoriali alla lunga e profonda crisi iniziata nel 2008, di mantenere le posizioni e addirittura crescere nonostante la stagnazione, di guardare con speranza al futuro sfidando il vento gelido dell’incertezza che sta soffiando a seguito del lockdown”.

In un contesto di difficoltà nazionali e turbolenze internazionali le 190 cooperative associate hanno mostrato la loro resilienza, riducendo i margini operativi e adottando strumenti di solidarietà. Il sistema di imprese di Confcooperative Bologna ha aumentato l’occupazione del 12% e con 93.000 soci e 17.800 lavoratori produce un fatturato complessivo di 4 miliardi e 200 mila euro, con un’incidenza sul PIL pari al 12%.

“In ragione di questo andamento anticiclico, dell’impegno nello sviluppo di imprenditorialità mutualistica, creativa e innovativa, di inclusione, partecipazione, redistribuzione del valore – ha dichiarato Passini – le cooperative contribuiscono in maniera significativa a migliorare la qualità della vita e la coesione sociale del nostro territorio. ‘Costruire il bene comune’ è la mission della nostra Associazione, è la vocazione delle cooperative, che hanno saputo rispondere in maniera concreta agli effetti del lungo lockdown provocato dall’emergenza coronavirus. Chiediamo pertanto con forza che questo ruolo sia riconosciuto e rispettato da tutti i soggetti politici, ed in particolare dalle Istituzioni, alle quali è affidato il compito di promuovere la Cooperazione”.

“Fondata su queste solide radici, salda sul proprio patrimonio di tradizioni ed esperienze e protesa verso l’innovazione – ha ricordato il presidente uscente – Confcooperative Bologna ha sostenuto con decisione la nascita dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, costruendo un percorso unitario e contribuendo al suo avanzamento. Tutto ciò nella consapevolezza che le diverse Organizzazioni cooperative si basano sugli stessi principi. E con questi atout l’Alleanza può rappresentare una valida risposta all’esigenza di buona politica e scelte coraggiose capaci di creare vere azioni di sviluppo. Una situazione confermata anche nei mesi bui della pandemia, durante i quali il coordinamento unitario della rappresentanza ha permesso di ottenere risultati migliori per le imprese associate”. “A tale proposito – ha concluso Passini – auspichiamo sia possibile compiere presto il passo decisivo, ovvero affrettare il completamento del cantiere dell’Alleanza”.

In aprile, in piena quarantena, l’Alleanza ha diffuso il documento ‘Ricostruire l’Italia’, un nuovo piano a medio-lungo termine per affrontare la ricostruzione del Paese su nuovi paradigmi. Il cambiamento è imposto anche dalla pandemia: i 250.000 contagiati ufficiali, i 35.000 morti per Covid, le migliaia di lavoratori in Cassa integrazione o disoccupati, i tanti cittadini esposti alla povertà richiedono risposte. Le aziende, in questi mesi, si sono sentite lasciate sole dal Governo, quando avrebbero avuto, e hanno tuttora, bisogno di sostegno, fiducia, incoraggiamenti. Attendono aiuti concreti per ripartire in modo stabile senza nuovo indebitamento e rispetto dei tempi di pagamento dalle Pubbliche Amministrazioni. Le misure del Governo, tardive e confuse, sono concepite in modo da alimentare, anziché abbattere, la burocrazia che attanaglia chi vuol lavorare, che frena chi avrebbe necessità e volontà di correre. Il sistema Italia da solo non ce la farà a risollevare le sorti del Paese. Serve un vero piano straordinario, strategico nazionale, che coinvolga le parti migliori su obiettivi condivisi di ricostruzione.

Anche le cooperative devono cambiare, dove necessario. Questo è davvero il momento, per la cooperazione ed i cooperatori, di essere più che mai “costruttori di bene comune”. Le cooperative vogliono continuare a resistere e ad investire, creando benessere diffuso, lavoro stabile, futuro. Queste aziende sono una risorsa per tutto il Paese.

“Oggi – ha dichiarato il presidente Passini – occorre rispondere alla emergenza in atto e accompagnare il nostro sistema territoriale verso un nuovo percorso di ripresa. Al fine di fronteggiare insieme la situazione e immaginare un futuro migliore, riteniamo sia il momento di riscrivere un nuovo Patto Metropolitano per il lavoro e lo sviluppo sostenibile dopo quello del 2015”. L’Alleanza delle Cooperative Italiane di Bologna e Imola ha formalmente ed esplicitamente richiesto di aprire un confronto tra società civile ed economica ed Istituzioni della Città Metropolitana nel quale presentare le proposte e le idee della cooperazione. “A questo proposito – ha proseguito Passini – va salutata positivamente la recente convocazione del sindaco metropolitano Merola di un primo incontro in video-conferenza delle parti sociali dedicato proprio alla costruzione di un nuovo Patto. Precedentemente, lo stesso sindaco aveva proposto la costituzione di un Fondo di Comunità Metropolitano: un progetto condivisibile sul quale è appena iniziato il confronto, che dovrà necessariamente essere approfondito”.

Passini ha infine ricordato i temi più urgenti sui quali dovrà concentrarsi anche il nuovo Patto Metropolitano: Salute, Lavoro, Welfare, Infrastrutturazione del territorio, che deve essere più competitivo, al passo coi tempi e con le nuove esigenze. Per la Salute, la pandemia ha minato le sicurezze personali, scuotendo quella che si riteneva la sostanziale invulnerabilità delle comunità ai rischi per la salute pubblica. Occorre quindi mettere al centro delle riflessioni, dei comportamenti e delle politiche delle Istituzioni il “Paradigma della cura”. La difesa della salute è da intendere l’elemento primario nei rapporti tra cittadini, Organizzazioni, Istituzioni imprese e territorio. Sul fronte del Lavoro, l’occupazione va sostenuta e con essa va aumentata la qualità del capitale umano. La formazione per l’adeguamento professionale richiesto dalle trasformazioni economiche e sociali in atto sarà centrale. Particolare attenzione poi va posta ai giovani, ai disoccupati di lungo periodo, ai settori strategici e all’autoimprenditorialità di cui la cooperativa rappresenta lo strumento d’impresa principe. Sul Welfare, le trasformazioni demografiche, le nuove sollecitazioni ed i bisogni post Covid impongono una profonda rivisitazione del sistema, che dovrà essere sussidiario e generativo, di opportunità. Parallelamente, andrà affrontato anche il problema di chi non ha casa attraverso un nuovo Piano di edilizia residenziale sociale. Infine, le Infrastrutture, materiali ed immateriali, costituiscono la leva essenziale della competitività del territorio. I ritardi accumulati si stanno pagando in termini di maggiori costi, insufficienti connessioni e collegamenti, gap di opportunità tra le diverse aree della Città Metropolitana.