MILZA: PIÙ ATTENZIONE ALLE COOPERATIVE

MILZA: PIÙ ATTENZIONE ALLE COOPERATIVE

L’intervento del presidente in Consiglio Regionale, seguito dalla relazione di Caselli (Unioncamere ER) sugli effetti della pandemia.

mercoledì 3 marzo 2021

“Ci aspetta un futuro pieno di incognite, molto di quello che conosciamo si modificherà ancora. Ma sappiamo che proprio nei cambiamenti la cooperazione può svolgere la sua mission di risposta ai bisogni delle comunità”.

È con queste parole che il presidente Francesco Milza ha concluso la sua relazione al Consiglio Regionale di Confcooperative Emilia Romagna, riunitosi martedì 2 marzo su piattaforma Zoom con oltre 50 consiglieri collegati da tutte le province.

 

Nel suo intervento Milza, oltre a sottolineare la preoccupazione per la nuova e allarmante crescita di contagiati e ricoverati in strutture sanitarie causata dal dilagarsi del Covid-19 anche con la cosiddetta “variante inglese”, si è soffermato su alcune delle principali richieste che l’Organizzazione sta sottoponendo alle Istituzioni. In particolare alla Regione.

 

Nell’ambito della campagna di vaccinazione - ha sottolineato Milza - non possono essere ignorati quegli operatori di cooperative che operano a stretto contatto con le persone e sono più esposti al rischio contagio. Da qui la richiesta di Confcooperative Emilia Romagna alla Regione affinché si comprendano tra le categorie da vaccinare anche gli addetti dei settori socio-sanitario, scolastico, trasporto pubblico locale e scolastico, ristorazione collettiva, servizi di vigilanza, pulizia e santificazione, ancora esclusi.

 

In secondo luogo, il presidente regionale ha rimarcato la necessità non più procrastinabile che le decisioni prese a livello centrale dalla Regione trovino poi attuazione concreta nei territori, cosa che purtroppo troppo spesso non avviene come nel caso dei contributi per l’acquisto dei DPI (dispositivi di protezione individuale come guanti, mascherine e camici) che la maggior parte delle Aziende sanitarie locali ancora non ha attivato. Questo problema mette in seria difficoltà soprattutto le cooperative sociali che gestiscono servizi residenziali e diurni per anziani, disabili, minori in difficoltà e che si trovano a dover fronteggiare importanti aumenti dei costi.

 

Grande preoccupazione è stata poi espressa per il comparto sportivo e culturale, sul quale è mancato fino adesso il dovuto ascolto da parte delle Regioni.

 

“Una volta che questa emergenza sarà terminata - ha aggiunto Milza - ci troveremo ad affrontare tante cose che la pandemia ha trasformato e, tra queste, sicuramente, ci sarà la ricostruzione di un nuovo rapporto tra pubblico e privato”.

 

Infine, dal presidente di Confcooperative Emilia Romagna è arrivato un forte invito a tutti i consiglieri presenti affinché l’Organizzazione nei suoi livelli regionale e territoriali adotti una politica di promozione cooperativa per favorire la nascita di nuove imprese cooperative capaci di dare risposte ai bisogni delle comunità.

 

 

L‘INTERVENTO DI GUIDO CASELLI (UNIONCAMERE ER)

Il Consiglio Regionale di martedì 2 marzo ha anche ospitato l’intervento di Guido Caselli, vicesegretario generale Unioncamere Emilia Romagna, che ha analizzato le ripercussioni della pandemia sull’economia regionale, soffermandosi in particolare sulle conseguenze causate nel sistema cooperativo.

In particolare, dai dati forniti da Caselli (sotto è possibile scaricare la presentazione completa) è possibile riscontrare come la cooperazione abbia risentito maggiormente degli effetti della pandemia nel corso del 2020 (-10,4% di PIL contro -9,3% di media regionale) ma al contempo le stime di Prometeia parlino per il 2021 di una ripresa più rapida per le cooperative (+4,9 contro +4,6%). La flessione del numero delle cooperative nel 2020 si attesta su livelli fisiologici (-2% con 94 imprese in meno in regione) anche se il minimo storico di iscrizioni e cessazioni segnala una situazione di stallo nella dinamica delle imprese. Gli addetti delle cooperative in Emilia-Romagna al 30 settembre 2020 erano 243.680, quasi 10.000 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-3,9%) e in questo caso - ha motivato Caselli - si parla perlopiù di contratti a tempo determinato non rinnovati.

Guardando alle tendenze future, i settori dove la cooperazione emiliano-romagnola sta registrando le crescite maggiori sono quelli riconducibili ai servizi di pulizia, all’assistenza alle persone, al commercio all’ingrosso di alimentari.

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