NO AL RADDOPPIO DELLE GIORNATE DI FERMO PESCA

NO AL RADDOPPIO DELLE GIORNATE DI FERMO PESCA

Confcooperative FedAgriPesca ER contro la decisione del Ministero. Sostegno anche dalla Regione.

giovedì 18 febbraio 2021

“La nuova disposizione approvata dalla Direzione Pesca del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ci preoccupa profondamente: il raddoppio delle giornate di fermo tecnico per la pesca a strascico, che si aggiunge a quello biologico, rappresenta un incomprensibile accanimento contro il settore da parte della politica”.

 

Così Vadis Paesanti, vicepresidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna, interviene a seguito del provvedimento ministeriale che porta da 15 a 30 le giornate di fermo pesca per le barche inferiori ai 24 metri, e da 20 a 40 giorni per quelle superiori.

 

“Chi prende queste decisioni – continua Paesanti in rappresentanza delle cooperative di pescatori - non ha tenuto conto degli effetti che questa disposizione avrà sul comparto: tra fermo biologico, fermo tecnico, restrizioni imposte dal Covid e imprevedibilità data dalle giornate di condizioni meteo avverse, oggi è da considerarsi un risultato positivo riuscire a prendere il mare per 140-150 giorni all’anno. Sono troppe le giornate prive di reddito per un pescatore e in questo modo si infligge un colpo fatale al mondo della pesca: centinaia di famiglie finiranno con il perdere la propria fonte di sostentamento e chi ha acceso mutui o finanziamenti per i pescherecci come potrà onorare i propri debiti?”.

 

Dal canto suo, anche la Regione Emilia-Romagna ha voluto fare sentire la sua voce in difesa dei pescatori della Riviera ferrarese e romagnola. L’assessore regionale Alessio Mammi all’Agricoltura e Pesca è infatti intervenuto facendosi portavoce dell’intera filiera della pesca regionale e chiedendo una revisione di questo provvedimento.

“Siamo al fianco dei pescatori – ha detto Mammi - affinché sia rivista al più presto una misura che, peraltro, ci risulta non sia stata nemmeno condivisa al Tavolo di consultazione permanente per la pesca e l’acquacoltura, istituito deputato alla formale consultazione delle rappresentanze di settore”. La Regione, ha precisato Mammi, è favorevole alla pesca sostenibile e contraria al prelievo incontrollato degli stock di pesce; tuttavia, ha aggiunto, “l’impressione è che, con i nuovi provvedimenti, a rischio estinzione ora sia soprattutto il mestiere di pescatore, spesso un piccolo artigiano del mare che vive dei ricavi del proprio pescato, contribuisce a tenere pulito il mare e porta sulle nostre tavole pesce fresco e di qualità. Questa è senza dubbio una decisione che penalizza ancora di più uno di quei comparti che forniscono la ristorazione e l’intero sistema dell’Horeca, già in ginocchio a causa delle chiusure determinate dalla pandemia mondiale”.

“Ringrazio l’assessore Mammi per la netta presa di posizione – aggiunge il vicepresidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna, Vadis Paesanti - la nostra proposta è che le Regioni, tutte insieme, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, si oppongano a questa norma ingiusta. Auspichiamo che si possa cambiare strada e che le decisioni relative alla pesca vengano prese di concerto con la Conferenza a fronte di un confronto e di un accordo con le imprese del settore che tenga conto delle reali situazioni nei diversi tratti di mare o GSA”.
“Andando avanti così – conclude Paesanti - la pesca italiana non potrà che morire. Il rischio è che nel prossimo futuro il consumatore possa trovare solo prodotti d’importazione da Paesi con meno restrizioni come quelli asiatici o sudamericani, giunti in Italia con un impatto ambientale molto maggiore”.