PERA EMILIA-ROMAGNA, AVANTI CON UN PROGETTO CONDIVISO

PERA EMILIA-ROMAGNA, AVANTI CON UN PROGETTO CONDIVISO

Sì di Opera e Origine Group ad un’iniziativa attraverso lo strumento dell’IGP. Ecco cosa è emerso al convegno di FuturPera.

lunedì 30 novembre 2020

A un anno di distanza dalla terza edizione di FuturPera e poco meno di 12 mesi dal prossimo Salone, in programma dal 2 al 4 dicembre 2021, nel bel mezzo del ‘biennio nero’ della pericoltura italiana, il settore si è dato appuntamento online sabato 28 novembre, con la regia di CSO Italy, per fare una sintesi dei problemi e affilare le armi per il rilancio. Il messaggio che è arrivato alle centinaia di partecipanti in collegamento da remoto è chiaro: la filiera non ci sta a soccombere di fronte alla serie di avversità che l'affliggono e riconosce nella ricerca il punto da cui partire per risolvere le maggiori criticità in termini di competitività in campo e di accesso al mercato.  

Il congresso online “Un anno da Futurpera, problematiche e prospettive”, organizzato da Futurpera, Ferrara Fiere Congressi, OI Pera e CSO Italy con il supporto del Comune di Ferrara insieme a Opera, Origine Group, La BCC ravennate forlivese imolese, BPER Banca, Federchimica-Agrofarma, è stato un successo non solo di partecipazione ma anche in termini di soluzioni offerte al settore.

 

BIENNIO NERO

È toccato al direttore del CSO Italy Elisa Macchi mettere a fuoco l'entità dei problemi. Dopo un 2019 disastroso, con quantitativi di appena 363 mila tonnellate causa fattori diversi, in primis la cimice asiatica, l'ultima campagna è stata condizionata dalla diffusione del fungo della maculatura bruna in importanti bacini produttivi dell’Emilia-Romagna, in particolare per la varietà Abate. La produzione nazionale è scesa a 610 mila tonnellate con una perdita del 16% sulla media degli ultimi anni, mentre in Emilia Romagna da una media di 500 mila tonnellate il 2020 si è attestata  al di sotto delle  400 mila. "I produttori speravano in questa annata di risollevarsi dalle difficoltà dell'anno precedente, chiuso con un disavanzo di 8.600 euro/ha. Le ulteriori perdite economiche, pari a 6.200 euro/ha, rappresentano quasi un colpo di grazia”, ha commentato Macchi. 

Una conseguenza di questa drammatica situazione è anche che in Europa la pericoltura italiana è scesa in due anni dal 35 al 28% della produzione totale a vantaggio dei principali competitor che sono il Belgio e l’Olanda.

 

RIPARTIRE DALLA RICERCA

Per reagire bisogna partire da una "ricerca organizzata e orientata verso progetti specifici e mirati per non disperdere inutilmente le risorse”, come ha affermato il presidente della OI Pera Gianni Amidei. Con il coordinamento proprio di OI Pera sono state infatti intraprese diverse ricerche, co-finanziate dalla Regione Emilia-Romagna e dagli stessi soci dell'OI, e gestite dalle cooperative CPRV e Agri 2000. Le prime risposte dovrebbero arrivare nel 2021. "Nell’attesa è necessario implementare forme di aiuto a tutti gli agricoltori che per due anni consecutivi non hanno realizzato reddito”, ha sottolineato Amidei. 

E il tema della ricerca non si deve limitare agli aspetti fitosanitari, puntualizzati da Alvaro Crociani, direttore di CRPV. Per Ugo Palara, coordinatore tecnico dell’OI, “la disaffezione al consumo, con un calo della domanda del 12% negli ultimi due anni, rende prioritario il tema del miglioramento genetico-varietale, anche attraverso le NBT - New Breeding Techniques”. Secondo il tecnico non bisogna tuttavia dimenticare il grande tema degli impianti, individuando alternative più performanti rispetto ai modelli ad alta intensità di piantagione tipici del Nord Europa, né gli aspetti legati alla cosiddetta agricoltura 2.0 e alla ricerca post-raccolta. 

Intervento di rilievo quello di Paolo De Castro, primo vice-presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale al Parlamento UE, che ha sottolineato le difficoltà legate all'assenza di principi attivi di nuova generazione destinati all’ortofrutticoltura in sostituzione a quelli proibiti e la necessità di dare risposte concrete ai produttori. Un intervento apprezzato dal presidente di Federchimica-Agrofarma Alberto Ancora, che ha sollecitato la necessità di definire un contesto normativo chiaro e stabile così da eliminare il rischio per l’Europa di perdere competitività a causa dei minori investimenti delle multinazionali, sempre più orientate verso Paesi in grado di garantire loro una maggior tutela.

L’appello di Stefano Calderoni, presidente di Futura, a dare seguito all'impegno del governo distribuendo risorse ad hoc, ad oggi non ancora arrivate, è stato recepito dall’assessore all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna Alessio Mammi, che ha anticipato lo sblocco di tali finanziamenti: 42 milioni di euro in arrivo entro l’anno, 11 milioni nel 2021 con la Regione disposta ad anticipare finanziamenti per ulteriori 31 milioni di euro sempre nel 2021.

 

UNITÀ DI INTENTI RILANCIO PER LA PERA IN EMILIA-ROMAGNA

Sul progetto di rilancio della pera dell’Emilia-Romagna attraverso la valorizzazione dell'IGP c’è la convergenza dei due massimi player regionali (e nazionali) del comparto, Opera e Origine Group, e dell’assessorato all’Agricoltura della Regione, oltre che naturalmente dello stesso Consorzio di Tutela e Valorizzazione, per il quale si apre la prospettiva di assumere un ruolo che lo lancia su una nuova dimensione.

“Non è più il momento delle divisioni - ha affermato infatti l’assessore Mammi - ma è quello di unire le forze dopo due anni di enormi difficoltà per il comparto perché l’Emilia Romagna può e deve uscire dall'emergenza. Qui oggi è stata espressa chiaramente la volontà di lavorare insieme attorno alla valorizzazione dell’IGP Pera e la Regione c’è, farà sicuramente la sua parte. Aspettiamo che il progetto sia messo a punto e ci venga inviato. Dobbiamo farcela, perché questo è un tassello non secondario di una volontà precisa di avere un sistema ortofrutticolo Italia forte nei prossimi anni, come elemento imprescindibile dell’agroalimentare italiano ed europeo”. 

Il Consorzio dell’IGP si è impegnato, attraverso le parole del suo presidente Adriano Aldrovandi, a convocare a breve l’assemblea dei soci per formalizzare "la disponibilità del nostro contenitore al progetto di rilancio della pericoltura nella nostra Regione". Aldrovandi è anche presidente di Opera, che aggrega il 25% della produzione nazionale di pere e il 33% di quella regionale, e in tale veste ha dichiarato senza indugi: “Opera è disponibile e fiera di partecipare a un progetto di rilancio della pera in Emilia Romagna”.

Gli ha fatto eco il direttore di Origine Group Alessandro Zampagna: “Certamente l’IGP può essere una risorsa, lo strumento per incontrarci e fare dei progetti insieme. La nostra disponibilità è totale, ma dobbiamo avere la consapevolezza che l’obiettivo è importante e per questo dovremo essere d’accordo sulle modalità, su quello che vogliamo concretamente fare, a livello di marketing, procedure burocratiche, strutture tecniche, per essere vincenti”.

 

Foto principale di Karolina Grabowska da Pexels.