CRISI FRUTTA, L’ALLARME DELLA COOPERAZIONE EMILIANO-ROMAGNOLA

CRISI FRUTTA, L’ALLARME DELLA COOPERAZIONE EMILIANO-ROMAGNOLA

Davide Vernocchi (presidente Apo Conerpo) ha sollevato il problema dei danni causati dalle gelate che penalizzano gravemente le campagne frutticole di quest’anno.

venerdì 5 giugno 2020

Mancano i lavoratori stagionali per raccogliere la frutta? Non in Emilia-Romagna, o comunque non come in altre parti del Paese. La nostra regione ha pagato un conto salatissimo alle gelate tardive di marzo e aprile, che si sono aggiunte alle difficoltà legate al Coronavirus. La produzione di frutta è colata a picco, con punte del -80% per albicocche e susine, drastiche riduzioni anche per pesche e nettearine. Vuol dire aziende agricole messe in ginocchio. Altro che braccianti da cercare e assumere. C’è addirittura chi è costretto a mettere i lavoratori – magazzinieri, tecnici e impiegati amministrativi – in cassa integrazione “perché qui non sono in bilico due o tre mesi di fatturato – le parole di Davide Vernocchi, coordinatore ortofrutta di Alleanza Cooperative Agroalimentari e presidente di Apo Conerpo, al Sole 24 Ore – ma un intero anno di ricavi. In Emilia-Romagna più della metà delle aziende del settore rischia di chiudere”.

I danni sono enormi e vanno ad aggravare una situazione già resa complessa “da un 2019 con ricavi bassi, visto che i raccolti sono stati falcidiati dalla cimice asiatica. Le gelate di marzo e aprile sono arrivate in piena fioritura delle piante da frutto. E hanno fatto male”. Anche perché le pratiche per le assicurazioni sono state rallentate dall’emergenza Coronavirus. Col risultato che durante il lockdown gli imprenditori non hanno potuto far fronte agli adempimenti burocratici e i costi delle anomalie climatiche gravano interamente sulle loro spalle. Ad aprile i valori assicurati risultavano pari a 517 milioni di euro, meno della metà rispetto allo stesso periodo del 2019. “A tutto questo – l’analisi di Vernocchi – vanno aggiunti i costi sostenuti tra febbraio e marzo, in particolare per potature e trattamenti antiparassitari, che pesano per il 60-70% dei costi annuali”.

Gli agricoltori della regione erano pronti ad assumere il personale del settore turistico rimasto senza lavoro a causa dell’emergenza Coronavirus. Poi sono arrivate le gelate e, soltanto in Romagna, si stimano circa 2.500 stagionali non assunti. Proprio in Romagna, la zona più colpita, i danni sono stimati in oltre 200 milioni di euro, più della metà dell’intero territorio regionale. La Regione ha chiesto la deroga al decreto legislativo 102/2004 sulle calamità naturali. Il valore complessivo della produzione frutticola andata perduta, priva di copertura assicurativa, è dell’ordine di 180 milioni di euro. “Quando nel 2018 ci fu l’ondata di maltempo del Burian e la Romagna rivendicava 30 milioni di euro di danni – ha ricordato Vernocchi in un’intervista al Corriere Romagna – ci fu anche la crisi della Xylella in Puglia. Qui arrivarono 400 milioni di fondi, noi fummo pressoché ignorati. Ora la maggioranza di governo è cambiata, ma saremo molto risoluti nel chiarire che non si possono più fare due pesi e due misure. L’Emilia-Romagna non ce la può fare da sola”.