CARENZA INFERMIERI, LE RICHIESTE DI ORDINI E COOPERAZIONE

CARENZA INFERMIERI, LE RICHIESTE DI ORDINI E COOPERAZIONE

Coordinamento OPI Emilia-Romagna e federazioni regionali della cooperazione sociale uniti nel chiedere di assicurare personale alle strutture gestite dal privato sociale.

mercoledì 14 luglio 2021

Pubblichiamo di seguito l'intervento congiunto di Coordinamento OPI Emilia-Romagna (Ordini Professioni Infermieristiche) e delle federazioni regionali della cooperazione sociale riunite nell’Alleanza Cooperative Sociali: Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali e Agci Solidarietà.

 

Il sistema dei servizi residenziali e territoriali è in grande difficolta dopo un anno e mezzo di emergenza Covid. L’emergenza infatti ha determinato uno spostamento importante di risorse infermieristiche da questo sistema verso gli ospedali.

In particolare, la cooperazione sociale (e non solo) che opera in ambito socio sanitario–sanitario ha registrato importanti difficoltà assistendo ad una migrazione di figure professionali infermieristiche verso il sistema sanitario nazionale, reclutate principalmente per far fronte all’emergenza pandemica. La cooperazione sociale ad oggi stima circa un fabbisogno di 300 infermieri necessari per far funzionare i servizi che gestisce nelle strutture dell’Emilia-Romagna (erano 1.800 gli infermieri operanti prima della pandemia nella cooperazione sociale).

Oggi c’è la necessità di attuare dei correttivi per dare un sostegno concreto ad un settore, quello appunto residenziale e territoriale che risponde ai tanti bisogni di salute di cittadini e famiglie che vivono la fragilità e la cronicità.

Ed è proprio in questa cornice che è stato sviluppato il confronto del 30 giugno 2021 sulla base di quello già avvenuto a livello di Federazione nazionale. 

 

Diversi sono gli obiettivi che caratterizzano questo percorso, a breve termine per rispondere alla carenza infermieristica e a medio termine per ristrutturare e potenziare il settore oggi in difficoltà.

 

– Favorire, a breve termine, il superamento del vincolo di esclusività che oggi lega l’infermiere nel rapporto di lavoro con il servizio sanitario pubblico.

 

– Favorire le assunzioni di personale in quiescenza, anche in deroga alle vigenti disposizioni legislative in materia con particolare attenzione ai professionisti andati in pensione con “quota 100”.

 

– Ridefinire, a medio termine:
• l’aggiornamento delle regole di accreditamento delle strutture, nell’ottica di adeguamento dei servizi offerti in relazione  all’evoluzione dei bisogni dei cittadini e per la conseguente revisione dei modelli organizzativi e assistenziali, promuovendo una evoluzione delle varie figure professionali e di un chiaro e competente coordinamento della pianificazione e dell’intervento assistenziale;
• la valorizzazione della professione infermieristica prevedendo uno sviluppo in chiave clinica per attualizzare la necessaria maggiore pertinenza alla complessità e tipologia assistenziale di carriera e sotto il profilo gestionale;
• aggiornare la definizione dei contingenti formativi alle reali esigenze di tutti i servizi oltre quelli ospedalieri e gestiti dalla PA, prevedendo anche l’investimento per le necessarie azioni formative coinvolgendo l’Ordine degli infermieri, la Regione, i Sindacati, i Gestori, le Università.

 

Il Coordinamento regionale OPI ER e le rappresentanze della cooperazione sociale regionale auspicano che tali livelli di confronto e collaborazione possano contribuire ad individuare e sostenere la soluzione rapida dei problemi emergenziali ed aprire una prospettiva di miglioramento complessivo del sistema.

 

Foto Pixabay