UE, CONFCOOP FERRARA CANDIDA IL PROGETTO “BIVALVES”

UE, CONFCOOP FERRARA CANDIDA IL PROGETTO “BIVALVES”

Iniziativa in partnership con l’Università di Ferrara per valorizzare l’acquacoltura come pilastro della sostenibilità. Allo studio la metodologia per il sequestro dei Co2.

lunedì 27 marzo 2023

“Valorizzare l’acquacoltura come pilastro della sostenibilità”. Con questo obiettivo Confcooperative Ferrara ha candidato il progetto europeo "BIVALVES" sul programma Italia – Croazia, con un finanziamento stimato di quasi 1,6 milioni di euro.

 

Confcooperative Ferrara è capofila del progetto, assieme all’Università di Ferrara, al Comune di Caorle, alla cooperativa Mare di Rimini, oltre a tre partner croati: l’agenzia per lo sviluppo di Zara, l’associazione Argonauta e EU Centar Adriatic.

 

I partner coinvolti potranno condividere una metodologia standard per il calcolo del sequestro di CO2 derivante dal ciclo di vita degli allevamenti di vongole veraci, cozze e ostriche e proporre buone pratiche affinché i gusci, una volta smaltiti, non finiscano, come in alcuni casi avviene ora, negli inceneritori, dove la CO2 precedentemente sequestrata viene nuovamente rilasciata nell'atmosfera.

 

“Il progetto - commenta Vadis Paesanti, vicepresidente di Confcooperative Ferrara e di Fedagripesca Emilia-Romagna (nella foto principale) - rappresenta l’espressione del nostro lavoro che mira alla sostenibilità ambientale e alla tutela del nostro patrimonio paesaggistico”. “L’acquacoltura – continua Paesanti - per il nostro territorio e per l’intero Paese è interessante e rappresenta una innovativa attività che va ad affiancarsi alla tradizionale filiera della pesca”.  

 

Nel corso del progetto si valuteranno anche utilizzi alternativi per i gusci dei molluschi, nella direzione dell’economia circolare e della “blue economy” promossa dall’Unione Europea, sia considerando la fattibilità dell'avvio di nuove imprese che utilizzino i gusci come materia prima e seconda per altri processi produttivi, sia studiando la possibilità di riportarli al mare, dove fungerebbero da substrato naturale per lo sviluppo di altri organismi, ad esempio le ostriche (con ulteriore cattura di CO2) o per la costruzione di scogliere sottomarine.